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Grandi Fiumi, si è chiuso il ciclo di incontri sull’acqua

Con “Riflessi d’ambra: tra storia e miti” si chiude il triduo di incontri dedicati al tema dell’acqua che hanno caratterizzato il mese di novembre al museo dei Grandi Fiumi

Giovedì 23 novembre, in sala Flumina al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, performance unica a cura di Raffaele Peretto, eclettico e istrionico ex presidente del CPSSAE (Centro Polesano Studi Storici, Archeologici ed Etnografici, ndr) che per l’occasione ha vestito i panni di narratore con una digressione che ha legato acqua, elemento fondante del territorio, e ambra, che ritorna nel mito di Fetonte (tema del fiume) e nella storia del Polesine.

Il Polesine, terra d'acqua, raccontato da Raffaele Peretto

Con la sua consueta passione Peretto è partito dagli scavi di Melara, datati 1967, in cui venne rinvenuto il primo manufatto in ambra che si colloca addirittura intorno al X secolo avanti Cristo, ricordando lo straordinario valore di questa resina “magica” che nell’antichità aveva grande importanza e a cui i nostri antenati hanno legato le proprie fortune.
Ambra, Frattesina e altri insediamenti quali Gavello o San Cassiano fino alle ultime scoperte di Campestrin, e l’antico alveo del Po: il filo unico nel monologo di Peretto è l’acqua, quindi la molteplice rete di canali e argini attuali e antichi su cui sorsero i primi centri abitati e la prima industria del vetro. “Il Polesine è stato il crocevia europeo di questo commercio”, ricorda l’ex presidente CPSSAE che ha rimarcato il fortissimo legame tra fiume e mito citando anche la nota mappa di Ecateo da Mileto, in cui si parla di Adria, del suo porto (San Basilio) e del “suo” mare (l’Adriatico).
E poi i musei: quello di Adria, attivo dal 1961, quello di Fratta Polesine (archeologico nazionale, inaugurato nel 2009), ma soprattutto gli ex Olivetani, ovvero i Grandi Fiumi (il nuovo logo non a caso è il profilo di Fetonte rivolto al sole), aperti al pubblico dal 2001 e gioiello dalle grandi potenzialità in parte ancora inespresse dove si ripercorre la storia del territorio, che non a caso coincide in larga parte con quello dei suoi corsi d’acqua e dove da poco è fruibile una sezione dedicata proprio all’ambra. Un racconto tutto d’un fiato di quasi due ore, per una full immersion nella storia che ha toccato usi, costumi, geografia, mitologia, arte e letteratura che il numeroso pubblico presente in sala ha mostrato di apprezzare seguendo con grande attenzione e interesse.

Si è chiuso il ciclo di incontri partito lo scorso 9 novembre

Il ciclo di lezioni si era aperto il 9 novembre scorso con “Tre onde in mare: formazione del Delta e presenza veneziana” a cura di Sandra Bedetti, Antonio Giolo e Raffaele Peretto ed era quindi proseguito con “Polesine: il ‘fiume di mezzo’ e l’Adigetto”, organizzato e condotto da Erasmo Bordin (Assonautica Acque Interne Veneto ed Emilia) con interventi di studenti, esperti e stakeholder sui temi della visitazione lenta e della sicurezza idraulica; tutti gli eventi rientrano nell’ambito del progetto “Acque venete: realtà, sogno, miti ed emozioni” in ricordo dell’artista Francesco Lucianetti, aperto da una mostra itinerante di suoi quadri e altri autori inaugurata il 3 novembre e visitabile fino al 26 presso le sale polivalenti del complesso olivetano che ha visto anche un’estemporanea d’arte a premi nel segno di Fetonte nel weekend 18-19 novembre, in piazza Vittorio Emanuele.
Questa proposta, al pari di tante altre, vede il patrocinio di Assonautica, sempre attiva sul fronte della promozione e della valorizzazione delle vie navigabili interne del nostro territorio grazie al prezioso sostegno della Camera di Commercio di Venezia-Rovigo.
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