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Rovigo, 15 manifesti del Partito Democratico contro il sindaco Gaffeo

manifesto pd contro gaffeo_ rovigo

Manifesti che screditano l’operato del sindaco dimissionario Gaffeo. Il dem Crivellari si dissocia

Manifesti grandi sei per tre metri commissionati dal Pd di Rovigo e affissi nei giorni scorsi in tutta la città contro il sindaco dimissionario Edoardo Gaffeo. Sette accuse di tradimento imputate al sindaco dimissionario Edoardo Gaffeo, messe ben in evidenza in 15 manifesti appesi in città. E ci resteranno per due settimane. I manifesti attaccano Gaffeo accusandolo di «tradimento delle attese e delle speranze della città» sui seguenti punti: chiusura piscine, con totale assenza di verifica della gestione dopo il pagamento di oltre 5 milioni di euro; la chiusura di «Casa Serena», col sindaco che propone la demolizione e rigetta tutte le proposte alternative; la privatizzazione di «Iras», l’ente che gestisce la Casa di riposo cittadina con la sconfitta al Tar e l’avvio di un rapporto privato della gestione e dei contratti dei lavoratori; la riorganizzazione ed efficienza del settore Urbanistica, con nessuna risposta; il nuovo Tribunale, col tentativo sventato di portarlo fuori dal centro storico; il consumo di suolo zero, promessa elettorale non mantenuta con 84 nuovi ettari autorizzati dalla giunta; il carcere minorile regionale portato in centro città, contro la volontà maggioritaria in città, plaudendo alla scelta ministeriale.

La reazione del sindaco sui Social

Non è tardata ad arrivare la replica del sindaco Gaffeo che ha affidato ai Social la sua reazione_ «Quando mi riferivo al fatto che sono sinceramente dispiaciuto per gli elettori del Partito Democratico, mi riferivo a cose come queste. Ultima volta che mi occupo di miserie così. Abbiamo tutti di meglio e di più serio da fare». Si dissocia completamente dall’iniziativa dei manifesti l’ex deputato dem Diego Crivellari, leader della minoranza interna del partito, sempre con un post Facebook: «Ci dissociamo non soltanto da questi contenuti, ma anche da questo modo di fare politica. Ammesso che questa roba si possa chiamare davvero "politica". Sono convinto che la stragrande maggioranza degli elettori e dei cittadini che si riconoscono nel Partito Democratico non può assolutamente riconoscersi in queste modalità di azione.  Non possiamo tacere: per noi viene prima di tutto il rispetto delle persone, qualunque sia il loro colore politico. In questo caso, poi, consideriamo il dato non trascurabile che il nostro partito è stato dentro la maggioranza che amministra Rovigo fino a ieri. E con questi mezzi si vorrebbe farlo dimenticare e perfino rovesciare la realtà? Abbiamo il diritto-dovere di dire la nostra se veramente abbiamo a cuore il partito, il centrosinistra, ma soprattutto il futuro della nostra città».
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