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Galleria Rodighium, chiude anche l’ultimo negozio

rovigo

“Costretta a trasferirmi per il degrado”

È stato il primo negozio ad aprire ed è stato anche l’ultimo a chiudere i battenti. Venerdì 31 maggio la storica Galleria Rhodigium è rimasta priva di negozi. Era da più di mezzo secolo che il Salone Diana resisteva, in quello che un tempo era uno dei luoghi commerciali più belli della città e che invece è diventato negli anni un posto a dir poco degradato, con tanto di proteste mai ascoltate dei negozianti e residenti. Michela Tomaselli, titolare del salone, da sabato 1 giugno è stata costretta a trasferirsi. “Il mio è un negozio storico, essendo stato aperto nel 1968 da mia mamma Anna Maria Lazzarini, da tutti conosciuta come Diana, maestra artigiana - racconta Tomaselli - A causa della pessima gestione degli immobili da parte degli enti (Inps è l’attuale proprietario) la galleria, in passato fiore all’occhiello della nostra città, è divenuta un rifugio per senza tetto, oggigiorno le condizioni sono disastrose”. Oramai nella galleria gli oltre venti negozi un tempo fiorenti attività, sono solo un bel ricordo per i nostalgici. Dentro ci sono solo vetrine sfitte, con scritto “Affitasi” quando va bene. “Qui ci ho passato gran parte della mia vita. Dal 2003, con la morte della mamma, sono subentrata io. Una volta erano aperti tutti i negozi, di svariato tipo, una ventina, comprese le poste e la Sip. I giardini erano tenuti bene. La gente faceva una passeggiata volentieri. Ora ci sono ragazzi di ogni nazionalità, che sporcano, bevono, vomitano. La pulizia viene fatta una volta la settimana e non basta, quindi tocca a me pulire tutto”. Tomaselli sottolinea come dal 2003 la situazione sia andata sempre peggiorando. “I negozi sfitti sono tutti riscaldati, essendoci l’impianto di riscaldamento centralizzato. Questi sono i soldi di tutti i contribuenti che pagano tasse e contributi. Alla sera c’è da avere paura quando esco”. Marco Scarazzatti
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