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Questione sanità

Riconoscenza insufficiente: solo un piccolissimo passo avanti per gli stipendi del personale sanitario veneto

Le consigliere regionali del Partito Democratico commentano l’aumento di 52 milioni di euro stanziato dal Consiglio regionale, sottolineando la necessità di investimenti più consistenti per il personale della sanità pubblica

Vanessa Camani

Vanessa Camani

Le recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sulla "riconoscenza" nei confronti del personale sanitario veneto, non convincono le esponenti del Partito Democratico, Anna Maria Bigon e Vanessa Camani. Dopo l’approvazione di un incremento triennale di 52 milioni di euro, le due consigliere hanno espresso la loro preoccupazione, definendo l’importo come "un piccolissimo passo in avanti".

"Più che l'enfasi, servono ben altri segnali di attenzione", affermano Bigon e Camani. Secondo le due rappresentanti, una vera riconoscenza nei confronti di chi lavora nella sanità pubblica regionale implicherebbe un adeguamento degli stipendi a livelli almeno equivalenti alla media italiana, se non europea. Attualmente, il Veneto si trova tra le ultime regioni per quanto riguarda la spesa per il personale, con un tasso di dipendenti pari a 13,1 ogni 1.000 abitanti, collocandosi a metà classifica nazionale.

Le consigliere evidenziano anche che il recente aumento di finanziamenti potrebbe avere l'effetto contrario, riducendo ulteriormente le assunzioni e aggravando la situazione del personale, già sotto pressione per le ferie non godute e i turni di lavoro pesanti. Per affrontare questa crisi, Bigon e Camani chiedono un incremento immediato di 320 milioni di euro, corrispondente al 10% della spesa effettuata dal Veneto nel 2023, sostenendo che solo in questo modo si potrebbe parlare di una "riconoscenza autentica".

Inoltre, le consigliere avvertono che, a livello nazionale, gli aumenti del Fondo Sanitario Nazionale, che crescerà fino a 141,1 miliardi di euro entro il 2027, verranno in gran parte assorbiti dai rinnovi dei contratti del personale già scaduti, lasciando poco spazio per un Piano straordinario di assunzioni e per l’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario. "È indispensabile moltiplicare gli sforzi in Veneto se si vuole realmente garantire e difendere la sanità pubblica", concludono Bigon e Camani, sottolineando l’urgenza di un cambio di rotta.

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