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L’evoluzione del medico tra etica ed economia

L’atto medico ha, da un punto di vista deontologico, una duplice giustificazione. Da un lato la scienza del medico, cioè il suo sapere offerto al paziente e corretto dalla coscienza, intesa quale uso consapevole di questo sapere nell’interesse esclusivo del malato, dall’altro la volontà, liberamente espressa e non delegabile, dell’individuo che al medico si affida. Medici e Odontoiatri, depositari dell’arte medica, per qualità intellettuale, vocazione e corso di studi legale, vivono in un difficile rapporto con i governi che bloccano contratti e rinnovamento, con le altre professioni sanitarie che si evolvono a loro volta e cercano nuovi spazi di lavoro, con le  agenzie di sinistri che esasperano sempre più le a volte pur giuste rivendicazioni dei pazienti. Serve un progetto di recupero per l’autorevolezza della nostra professione a tutto tondo, e la restituzione alla categoria  medica  del tempo e della freschezza mentale per pensare ai problemi dei pazienti, perchè i medici hanno studiato per quello, non per tante altre cose. Il medico chirurgo non si creda peraltro  un  Dio, perchè non lo è, e neppure il figlio di Dio perchè non può promettere miracoli. Se in medicina il primo comandamento è non nuocere, il secondo è essere prudenti, ma nell’evoluzione della nostra professione  è fondamentale la ricerca del miglioramento, a livello di diagnosi e terapia, il desiderio di superare i limiti conosciuti senza  arrendersi davanti alle inevitabili sconfitte, nella continua ricerca del progresso e del confine fra determinazione ed accanimento terapeutico. La professione richiede freddezza in particolare nei momenti più difficili in quanto   l’errore è sempre in agguato  e  il  miglior  medico  è quello che sbaglia di meno. Perchè gli sbagli sono inevitabili per tutti. Nel rapporto col malato  il medico è in condizione di superiorità psicologica, non deve approfittare ma informare, guidare e rispettare le decisioni del paziente, perchè solo quest’ultimo conosce completamente la sua vita. In questo rapporto entrano in campo inoltre empatia e simpatia. L’empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da uno sforzo di comprensione intellettuale dell’altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale e ogni giudizio morale. L’empatia permette al curante di comprendere i sentimenti e le sofferenze del paziente, incorporandoli nella costruzione del rapporto di cura ma senza esserne sopraffatto. La simpatia è un autentico sentimento doloroso, di sofferenza insieme al paziente e sarebbe quindi un ostacolo ad un giudizio clinico efficace. Può portare ad errori o al burn out.  Nella richiesta di salute i pazienti chiedono al medico una particolare forma di amore, ma per darglielo bisogna possederlo.  Il medico deve studiare sempre, imparare le innovazioni, capire  i propri limiti e saper passare la mano  a chi sa fare meglio di lui. Nel costruire sistematicamente delle solide conoscenze di base a volte è possibile, anzi dovuto, concedersi di sognare, perchè qualche volta l’immaginazione diventa realtà scientifica. E comunque, nella professione, nei momenti più importanti, il medico è solo  nella decisione e le responsabilità vengono  sempre prima dei privilegi. Un potere sulla vita dato dalla conoscenza scientifica e dalla disponibilità d’animo, con operatori del settore che hanno il vantaggio di esercitare in un paese come l’Italia con un sistema Sanitario nazionale con i migliori principi etici al mondo ma anche i limiti  di una disponibilità economica sottofinanziata dalla Politica, che ha commesso l’errore di costruire in passato un sistema pensionistico  senza equilibrio, e con un attuale tasso di corruzione ambientale e di economia sommersa non compatibili con un equa distribuzione  della risorse a svantaggio dei più deboli. A noi, per quanto possibile, il dovere morale di evidenziare questi aspetti, per riconsiderare una nuova strategia di economia sanitaria equa e solidale nell’interesse di tutti, i malati per primi, visto che nessuno è indistruttibile, che  in un attimo si può passare dall’altra parte ed entrare nel pigiama del paziente.  Un profondo ringraziamento al Prof. Ermanno Ancona, cattedratico emerito di  chirurgia all’università di Padova,  tuttora in attività, di cui quando posso riguardo le lezioni, contenenti  principi di validità universale che ho sintetizzato qui per i lettori,  solo un’ accenno per capire alcuni aspetti etici  della nostra professione che  Ancona  ha voluto trasmetterci,  pilastri immutabili nel tempo. Dott. Giovanni Leoni Presidente OMCeO Provincia di Venezia  
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