L’anticiclone africano si è fatto particolarmente sentire in questo periodo estivo e non sembra aver termine in questi giorni, portando temperature e tassi di umidità pericolosi. Il calore estremo combinato con l’umidità può essere letale e in caso di tali periodi di calore i soggetti più a rischio sono i neonati, i bambini, le persone anziane e i pazienti con malattie croniche. Con il termine ipertermia si indica un forte aumento della temperatura corporea dovuta ad un colpo di calore indotto dalla temperatura esterna, diverso dalla febbre, la quale insorge indipendentemente dalla temperatura esterna, su impulso della regione pre-ottica dell’ipotalamo, come risposta ad uno stato di infezione. Il corpo umano mette rapidamente in atto, come difesa dagli insulti climatici da alte temperature, la sudorazione con cui viene sottratto calore all’interno del corpo e portato sulla superficie cutanea dove viene disperso con l’evaporazione. Se la perdita di liquidi attraverso la sudorazione non viene compensata l’organismo va incontro a disidratazione e oltre un certo limite non è più in grado di sostenere la sudorazione, scatenando una reazione di sintomi più o meno intensi come un forte aumento della temperatura corporea, mal di testa lancinante, nausea, crampi muscolari, svenimenti, marcata ipotensione, disturbi della coscienza, confusione mentale, convulsioni, fino ad arrivare al coma ed alla morte nei casi più gravi. Il colpo di calore è una vera emergenza medica che richiede l’intervento del Pronto Soccorso ospedaliero nei casi più gravi e comunque l’intervento di un medico. In ogni caso è opportuno evitare farmaci come paracetamolo o antiinfiamatori, usati comunemente per abbassare la febbre, che potrebbero risultare inutili o dannosi, o frizioni con alcool per via della disidratazione che inducono. E’ bene dunque limitarsi a spostare all’ombra la persona vittima del colpo di calore, togliere gli indumenti in eccesso, applicare impacchi freddi sulla testa, sul collo, sotto le ascelle e all’inguine, a reidratare se possibile con acqua o bevande isotoniche commerciali, evitando la somministrazione di bevande alcoliche (es.:birra fredda) o caffeina per il loro effetto diuretico e lasciare invece al medico altri interventi più complessi durante i quali bisogna monitorare in modo continuativo i parametri vitali della vittima da colpo di calore. Come sempre la prevenzione è la strada maestra e già il buonsenso ci può aiutare per evitare il surriscaldamento e la disidratazione: indossare indumenti leggeri ed ampi per facilitare la traspirazione, possibilmente di colore chiaro, utilizzare cappelli di colore chiaro a tesa larga per tener fresca la testa, evitare lavori pesanti o attività fisica durante le ore più calde, non rimanere mai in un’automobile parcheggiata al sole né lasciarvi i bambini anche per un breve periodo, fare frequenti docce o bagni freddi. Altrettanto importante è l’idratazione dell’organismo, quindi bere molto per reintegrare i liquidi persi con con la traspirazione. La sete non è un fattore affidabile per indicare uno stato di disidratazione, soprattutto nelle persone anziane, mentre molto più attendibile è la colorazione delle urine: più le urine sono scure più si ha bisogno di liquidi. Spesso è necessario rivedere la terapia, sia riguardo alle sostanze attive sia riguardo alla posologia, nelle persone che assumono farmaci per malattie croniche, come può essere ad esempio per la terapia antiipertensiva che se non modificata può portare a crisi ipotensive. “Morire di caldo” non è solo un modo di dire e sono le persone anziane ad essere più a rischio: nel 2015 le morti tra esse in 21 città italiane sono state 2655 a seguito delle ondate di calore. Nel nostro Paese vivono molti anziani e molti vivono da soli nelle loro case. Gettare uno sguardo al di là del proprio confine, osservare se l’anziano vicino/a di casa questa mattina non è uscito/a di casa come di solito, oppure notare che le tapparelle delle finestre sono rimaste inaspettatamente chiuse durante la mattinata, o avvertire sensazioni che possano indurci a percepire che qualcosa non va, devono stimolarci ad una situazione di allarme e a verificarne i motivi. Uno sguardo amico, segno di solidarietà e senso civico, può salvare davvero una vita. Dott. Francesco Noce Presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
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