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SALUTE
01.05.2025 - 05:00
Lotta senza compromessi alla contraffazione dei medicinali: con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 10 del 6 febbraio 2025, che recepisce la direttiva europea 2011/62/UE, l’Italia si dota di un nuovo e potente strumento per garantire l’autenticità dei farmaci da prescrizione. Il fulcro della riforma è l’introduzione obbligatoria del codice GS1 Data Matrix su tutte le confezioni: un codice bidimensionale in grado di racchiudere dati essenziali come il numero seriale, il lotto, la scadenza, il codice identificativo del prodotto e l’autorizzazione all’immissione in commercio. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: rendere ogni confezione di farmaco tracciabile in ogni fase della sua vita, dal produttore fino al paziente, attraverso un sistema capillare di controllo che coinvolge grossisti, distributori, ospedali e farmacie. Una vera e propria “carta d’identità digitale” del medicinale, pensata per bloccare le frodi prima che raggiungano i cittadini.
“Si tratta di un’evoluzione necessaria e attesa,” spiega il Dott. Guido Franceschetti, titolare della Farmacia Nadalini di Adria. “Il fenomeno della contraffazione è meno visibile di altri, ma estremamente pericoloso: un farmaco falso può significare inefficacia terapeutica, effetti collaterali imprevedibili, e in certi casi mettere a rischio la vita. Questo nuovo sistema ci permette di intervenire prima, in modo più preciso e documentato.” Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra l’1% e il 10% dei farmaci in circolazione nel mondo potrebbe essere contraffatto. Una percentuale che, seppure in Italia si mantiene più bassa, impone comunque rigore e vigilanza. “Il codice Data Matrix non è solo una garanzia in più per il paziente. È anche uno strumento di trasparenza che migliora la logistica, velocizza i richiami, e ci permette di verificare immediatamente l’autenticità di una confezione in caso di dubbi,” prosegue Franceschetti.
Il decreto, seguito dal provvedimento tecnico del Ministero della Salute del 6 marzo 2025, stabilisce inoltre un periodo di transizione di due anni — fino a febbraio 2027 — per consentire a tutte le aziende di adeguare sistemi e processi. Una gradualità che secondo il farmacista è “saggia e necessaria”: “L’introduzione di tecnologie così sofisticate non si fa in un giorno. Serve tempo per aggiornare i software, formare il personale e affinare le procedure. Ma una volta a regime, sarà un vantaggio per tutti.” A guadagnarci, in effetti, sarà non solo la sicurezza ma anche l’efficienza della filiera farmaceutica, che grazie alla digitalizzazione dei dati potrà gestire con maggiore precisione anche le emergenze sanitarie, i richiami di lotto e le segnalazioni di farmacovigilanza.
Il Dott. Franceschetti sottolinea però che non si tratta solo di tecnologia: “Questa riforma è anche una sfida culturale. Come farmacisti, dovremo cambiare approccio e mentalità, diventare parte attiva nel sistema di sorveglianza. Ogni scansione di codice, ogni verifica effettuata al banco diventa un tassello nella costruzione di una rete che protegge il paziente.” Il coinvolgimento diretto degli operatori sanitari — medici, farmacisti, tecnici — sarà infatti fondamentale per rendere efficace l’intero meccanismo. “La tecnologia può arrivare fino a un certo punto,” continua, “ma è la consapevolezza umana che fa la differenza. Formazione e sensibilizzazione devono accompagnare ogni fase di questo cambiamento.”
Un altro punto chiave è l’interoperabilità: il sistema italiano si allinea ora a quelli già attivi in molti Paesi europei, favorendo la condivisione dei dati e la cooperazione transnazionale. “In un mondo globalizzato, i farmaci viaggiano. Avere standard comuni è essenziale per evitare falle nel sistema. L’Italia, con questa norma, si mette finalmente al passo.” E la prospettiva futura è ancora più ambiziosa: la digitalizzazione spinta della tracciabilità apre le porte a tecnologie avanzate come la blockchain, che in un prossimo futuro potrebbe consentire la verifica istantanea e decentralizzata dell’origine e dell’integrità di ogni confezione di farmaco.
Il farmacista conclude con una riflessione rivolta ai pazienti: “Noi in farmacia siamo il terminale di un processo molto più ampio. Ma è qui, al banco, che la fiducia si costruisce. Il Data Matrix è uno strumento, ma dietro c’è un’idea: garantire che ciò che stai assumendo è sicuro, autentico, tracciato. E questo, oggi più che mai, è un diritto da difendere con forza.” Con l’adozione del nuovo sistema, l’Italia si avvicina a un obiettivo condiviso da tutto il comparto sanitario: trasformare la filiera del farmaco in una rete sicura, trasparente e moderna, dove ogni dato è una protezione, ogni verifica un atto di tutela, ogni scansione un contributo alla salute pubblica.
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