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Dalla paura alla rinascita: Gianmarco Lucchetta racconta il suo ritorno alla vita

Il pilone della Cadetta del Mogliano Rugby sta superando un gravissimo infortunio, tra sacrifici e resilienza

Dalla paura alla rinascita: Gianmarco Lucchetta racconta il suo ritorno alla vita

Gianmarco Lucchetta in azione

La storia di Gianmarco Lucchetta, rugbista della Cadetta del Mogliano Ruby, protagonista di un drammatico infortunio alle vertebre cervicali. Dopo la grande paura, il giocatore, ha affrontato le numerose sfide di un lungo percorso di riabilitazione, che sette mesi dopo sta mostrando grossi miglioramenti. 

Durante il match di Serie B tra la squadra Cadetta del Mogliano Rugby e Rugby Trento allo stadio "Quaggia", Gianmarco Lucchetta, pilone della squadra di casa, ha vissuto un drammatico infortunio: una mischia crollata l'ha lasciato a terra, immobile, con una frattura e lussazione di due vertebre cervicali. Da quel terribile sabato è iniziato un lungo percorso di recupero, fatto di sfide fisiche e mentali che Lucchetta oggi racconta con un nuovo sguardo sulla vita.

“Ora ho recuperato il 90% delle mie capacità,” spiega Lucchetta, “fisicamente mi sento meglio e mentalmente sono più sereno.” Il ricordo di quel momento è ancora vivido: "Non ho mai perso conoscenza. Ho sentito una fitta al collo, un dolore insopportabile alle spalle. Ho provato a muovere il braccio, ma tutto era immobile. Ho compreso subito la gravità della situazione."

Durante la complessa riabilitazione il supporto di famiglia e squadra è stato fondamentale. “La mia compagna è stata una roccia. Mi sfogavo con lei, non è stato facile, ma mi è sempre stata accanto. Anche lo psicologo e il supporto della squadra mi hanno aiutato molto. I miei compagni si sono adoperati per aiutare la mia ragazza con il nostro bimbo.”

Lucchetta ha iniziato una lenta ripresa, concentrandosi sul recupero dell’uso delle gambe e della parte alta del corpo, motivato dal desiderio di riuscire a occuparsi del figlio. “Il mio obiettivo era tornare a sollevarlo e dopo quattro mesi ci sono riuscito. Da lì, è iniziato il cammino per ricostruire la mia forza fisica.”

Riflettendo sul processo di guarigione, Gianmarco rivela come il lavoro svolto in palestra lo abbia aiutato: “Negli ultimi anni mi sono allenato duramente, volevo essere fisicamente forte per il rugby. E questo mi ha salvato la vita: i muscoli del collo mi hanno protetto nell’incidente.”

Ora, con la decisione di smettere di giocare, Lucchetta guarda al futuro in panchina. “Già prima dell’incidente pensavo di ottenere il brevetto da allenatore. Oggi affianco i preparatori atletici della giovanile nella palestra, dove posso trasmettere la mia esperienza. Mi piacerebbe lavorare con i ragazzi dai 14 ai 18 anni.”

Infine, Gianmarco condivide alcuni consigli che l’esperienza gli ha insegnato: “Prendetevi cura della vostra mente: parlare e tirare fuori ciò che proviamo è essenziale. Amate il vostro corpo e fate sport, perché prendersi cura di sé può salvarvi la vita. Infine, ci saranno dei momenti difficili, ma è proprio in questi che non bisogna fermarsi”.

Gianmarco Lucchetta guarda al futuro, raccontando come, da quel terribile 23 marzo 2024, la sua prospettiva sulla vita sia cambiata, portandolo ad apprezzare maggiormente le piccole cose e gli affetti famigliari. 

Stefano Parpajola

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