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Basket. Umana Reyer Venezia
01.11.2024 - 09:06
Eugenio Dalmasson
Da tre anni Eugenio Dalmasson è una figura centrale nell’organigramma dell’Umana Reyer Venezia, dove ha affrontato una svolta di carriera inedita. Dopo anni in panchina, infatti, ha cambiato vita, accettando il ruolo di club manager. Si è trattato di una scelta naturale vista la profonda amicizia e fiducia che lo lega alla dirigenza della Reyer. “Passare da allenare a fare un nuovo mestiere è stato strano, ma anche stimolante”, racconta Dalmasson, che ha lavorato a lungo con la proprietà sin dagli esordi della squadra. Il nuovo incarico gli permette di vivere la pallacanestro da un’altra prospettiva, con uno sguardo più ampio e strategico e mettendo a disposizione la sua esperienza: "Lavoro sette giorni su sette per mettere tutti nelle condizioni di lavorare al meglio, so cosa affronta un allenatore e so cosa può essergli utile nei momenti di difficoltà".
Il bilancio dell’ultima stagione della Reyer è ampiamente positivo: la squadra femminile ha conquistato lo scudetto, mentre la maschile si è fermata solo in semifinale contro la Segafredo Basket Bologna. Dalmasson racconta le modalità dell’approccio adottato dalla società per raggiungere questi traguardi: “Nel femminile abbiamo puntato sul costruire in prospettiva, scegliendo giocatrici giovani che potessero maturare nel tempo. L'acquisto di Matilde Villa è un manifesto di questa idea.
Tutto ciò ha portato la squadra femminile a essere sempre più competitiva, grazie anche al ritorno di giocatrici da esperienze estere. In campo maschile, invece, la Reyer ha sposato la causa di coach Neven Spahija, un allenatore di grande esperienza internazionale. Il team si è aperto a nuove idee di allenamento e gestione. Questo fattore, insieme ai numerosi infortuni di inizio stagione, ha portato ad una partenza complicata, con risultati al di sotto delle aspettative. L'obiettivo, però, rimane quello di competere ad alti livelli.
Dalmasson sottolinea poi con orgoglio l’importanza del settore giovanile della Reyer: “Investire nei giovani non è più di moda”, ammette, “Ma per noi è fondamentale”. La Reyer Venezia, infatti, ha creato collaborazioni con oltre cento società in Italia e in Europa, alimentando un vivaio dove crescere i campioni del futuro. Anche se le recenti modifiche alle normative sui trasferimenti giovanili hanno reso più difficile proteggere questi talenti, la società continua a crederci e a puntare sul settore.
Il club manager conclude poi, elogiando il lavoro e l’impegno silenzioso delle tante persone presenti in società che creano le condizioni per fare basket nel migliore dei modi. Umana Reyer Venezia: una gestione virtuosa e sostenibile, fatta di programmazione e passione per guardare in alto verso il tetto d'Italia.
Stefano Parpajola
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