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Alessandro Bertolucci: "Hockey Bassano, pazienza e impegno per tornare ai vertici"

Il coach si racconta: le sfide di una squadra rinnovata e il sogno di vincere il Mondiale con la Nazionale anche da allenatore

Alessandro Bertolucci: "Hockey Bassano, pazienza e impegno per tornare ai vertici"

Coach Alessandro Bertolucci

L'ambizione di coach Bertolucci, che dopo una grande carriera da giocatore, si sta confermando a grandi livelli anche da allenatore. La proposta di un hockey europeo e la voglia di riportare in alto il Bassano Hockey e la Nazionale: "Voglio il Mondiale e il Bassano ai vertici dell'hockey italiano."

Alessandro Bertolucci, coach dell’Hockey Bassano e attuale commissario tecnico della Nazionale italiana, è approdato sulla panchina giallorossa dopo il Mondiale disputatosi a settembre. Gli impegni in azzurro hanno dunque ritardato l'inizio della conoscenza con la sua nuova creatura giallorossa: "Sono arrivato a preparazione già avviata, con i ragazzi seguiti dai preparatori e dal vice allenatore. Non è stato facile, ma ora stiamo trovando la nostra strada. La squadra è completamente nuova, sono rimasti solo quattro giocatori rispetto all’anno scorso. Serve tempo, ma sono fiducioso".

La partenza del campionato è stata impegnativa, con sfide contro le squadre più forti della scorsa stagione: Trissino, Grosseto e Forte dei Marmi. "Abbiamo fatto fatica all'inizio, ma dalla quarta giornata in poi siamo riusciti a raccogliere punti. Devo ancora conoscere a fondo il potenziale della squadra, quindi non mi sbilancio su dove potremo arrivare".

Non è la prima esperienza di Bertolucci in Veneto: "Avevo allenato a Trissino. In più conoscevo già Bassano: mio fratello aveva giocato qui e io avevo partecipato a degli stage estivi. Si vive bene e c’è grande entusiasmo intorno all’Hockey. I tifosi sono il nostro sesto uomo in campo, ci seguono ovunque. Speriamo di regalare loro vittorie e riportare il Bassano ai vertici dell’hockey nazionale".

Dopo una brillante carriera da giocatore, Bertolucci ha intrapreso il percorso da allenatore, portando con sé idee moderne di gioco maturate anche grazie alle esperienze in Spagna e Portogallo: "Ho imparato una filosofia di gioco dinamica, aggressiva sia in attacco che in difesa. È una mentalità più europea che italiana." Per lui, il ruolo dell’allenatore va oltre la tattica: "Sono uno schietto. La gestione dello spogliatoio è tutto. Serve sincerità assoluta con i giocatori, sia nei momenti positivi che in quelli negativi. Quando entri nella loro testa, puoi davvero fare la differenza".

Da giocatore, Bertolucci ha vinto tanto, inclusa una storica medaglia d’oro con la Nazionale ai Mondiali del 1997. Da CT, ha riportato l’Italia sul podio mondiale dopo 21 anni con un bronzo nel 2024: "Guidare la Nazionale è un sogno che ho realizzato. Sono orgoglioso dei ragazzi e sogno di vincere un Mondiale anche da allenatore".

Bertolucci sottolinea come l’hockey sia cambiato: "Oggi è uno sport più fisico, a discapito della tecnica individuale, soprattutto nei settori giovanili. È compito degli allenatori migliorare questo aspetto e riportare i ragazzi a giocare per divertirsi, puntando sull’1 contro 1".

E tra allenare e giocare? Bertolucci sorride: "Da giocatore! In panchina non si stacca mai, non si dorme la notte. Giocare è decisamente più divertente".

Stefano Parpajola

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