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Calcio. Un viaggio esclusivo nella storia di Mattia Fortin

Mattia Fortin, il giovane guardiano del Padova: "Sogno in biancoscudato"

Dagli inizi nel vivaio al sogno Serie B, il portiere classe 2003 racconta la sua crescita e il segreto del successo della squadra

Mattia Fortin, il giovane guardiano del Padova: "Sogno in biancoscudato"

Mattia Fortin @facebook Mattia Fortin

Mattia Fortin è nato a Noale, ma può considerarsi a tutti gli effetti un 'figlio di Padova'. Il giovane portiere, infatti, il biancoscudato ce lo ha tatuato sulla pelle fin da quando aveva 9 anni, dove si è accasato nelle giovanili della città per non abbandonarla più. Da quel momento in poi Fortin ha cambiato colori solamente durante la passata stagione, dove per crescere ha giocato a Legnago. Oggi, a soli 21 anni, il talentuoso portiere è già un pilastro del Padova, grande protagonista nel girone A di Serie C.

 Mattia ha vissuto un’infanzia itinerante seguendo la carriera del padre Marco, ex portiere di Serie A: quattro anni a Siena e due a Cagliari: "Sono state esperienze belle e importanti, che mi hanno dato tanto. In Toscana abbiamo lasciato tanti amici, che appena possiamo andiamo a salutare”. Tornato in Veneto, ha iniziato a giocare in una squadra di paese prima di essere notato dal Padova: “Da allora ho fatto tutta la trafila in biancoscudato, fino alla prima squadra. É stato un grande orgoglio."

Avere un padre portiere professionista è stato stimolante, ma non sempre facile: “All’inizio mi vedevano come ‘il figlio di’. Mi dava fastidio, ma con il tempo ho capito che se sei bravo, giochi. Ho trasformato quella pressione in un’opportunità per crescere. In più potevo avere sempre un confronto con lui: mi ha insegnato l'arte dell'equilibrio che bisogna sempre avere, sia nei momenti belli, che in quelli difficili".

Oltre al calcio, Fortin è anche studente di psicologia. Questa aspetto della sua vita lo aiuta anche nel modo di stare in campo e nella gestione delle partite: “Il portiere deve essere il termometro della squadra, dare lucidità nei momenti in cui in campo c'è frenesia. Studiare mi aiuta a gestire le emozioni, un aspetto cruciale per difendere i pali di una porta importante come quella del Padova".

Tra i suoi modelli l'idolo indiscusso è l'inarrivabile Buffon. Apprezza anche Vicario, con cui condivide una fisicità simile: “Mi chiamano ‘Secco’ per la mia struttura longilinea, proprio come lui. Courtois, invece, è il migliore del mondo ad oggi".

Nella stagione 2023/2024 Fortin ha vestito il biancoazzurro di Legnago, dove ha giocato la sua prima stagione da titolare in Serie C: “Quell'anno mi ha dato fiducia e mi ha preparato per tornare al Padova. Ho appreso tanto dal mio preparatore Matteo Martini: ho imparato la gestione della difesa e ho lavorato molto sulle uscite alte; ho capito che la mia prestanza fisica poteva essere un'arma in più per aiutare la squadra". In biancoscudato, invece, sono due i suoi punti di riferimento: "Cano nel settore giovanile mi ha dato fiducia e consapevolezza in me stesso, mentre Zancopé è il mio padre calcistico, è colui che mi ha portato in prima squadra a 16 anni".

Tornando all'oggi, il Padova sta vivendo una stagione straordinaria: “Dal ritiro ci siamo posti l’obiettivo di vincere ogni partita. La solidità difensiva è merito di tutta la squadra, dagli attaccanti ai difensori, che mi danno grande sicurezza. È giusto ricordare anche chi gioca meno: tutti i compagni tengono alto il livello della competizione in allenamento.”

Un pensiero speciale, poi, per mister Andreoletti: “Essendo stato un portiere, capisce il ruolo meglio di tanti altri allenatori. I suoi consigli sono sempre precisi e competenti. Quando è arrivato mi ha chiamato per confrontarci sugli obiettivi della stagione: mi piace perché è in grado di coinvolgere tutti.”

Fortin ricorda con affetto i compagni delle giovanili, tra cui Fabbian, oggi in Serie A a Bologna: “Siamo amici da quando eravamo bambini, lo sento spesso. Mi racconta della Serie A e della Champions, facendomi venire voglia di raggiungerlo al più presto.”

E a proposito di futuro, Fortin ha accettato di lasciare una promessa: ha scritto un sogno per quest'annata su un foglio di carta, che verrà letto solo al termine della stagione. Un siparietto simpatico, che lascia navigare la fantasia di tifosi e beniamini padovani, sperando che gli obiettivi del giovane portiere siano in linea con la lettera che la città non riesce e non vuole togliersi dalla mente: la B

Stefano Parpajola

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