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Hockey
10.04.2025 - 11:21
Ivo Silva, foto di Michele Brunello
Ivo Silva, capitano di lungo corso e simbolo del Tomar, ha deciso di affrontare una nuova sfida all’età di 32 anni, lasciando il suo Portogallo nel 2023 per approdare in Italia, alla corte dell'Hockey Bassano 1954. Nato e cresciuto proprio a Tomar, Ivo ha giocato una vita per la squadra del suo paese, dove è diventato grande. Qui è stato protagonista per ben 16 anni. "Era come una famiglia per me," racconta Ivo, "Per dieci anni ho ricoperto il ruolo di capitano. Abbiamo vinto una coppa, qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato. È stata una grande impresa, un sogno che è diventato realtà".
A 32 anni Silva, però, decide di cambiare rotta. "Non è stato per dimostrare qualcosa a qualcuno, ma per me stesso. Mi sentivo pronto per affrontare nuove sfide, un nuovo ambiente e nuovi compagni di squadra. La chiamata di Miguel Viterbo, mio connazionale, è stata decisiva. Mi ha cercato e voluto fortemente. Così è nata l'opportunità di venire in una società gloriosa come il Bassano".
Il trasferimento in Italia non è stato senza difficoltà. Viterbo, l'uomo che l'ha voluto con sé, ha lasciato la panchina giallorossa un anno dopo il suo arrivo: "È lo sport. Quando non si ottengono i risultati, purtroppo bisogna cambiare. La società ha fatto il suo lavoro. È stato un momento doloroso, ma ora c’è coach Bertolucci, che ha portato grande fiducia nel gruppo. È uno dei migliori, il suo passato parla per sé", afferma, "Ci trasmette convinzione con la sua positività".
Silva è un esempio per i più giovani. "Non so se posso definirmi un vero e proprio leader in questo spogliatoio, ma sicuramente i ragazzi mi ascoltano. Cerco di trasmettere la mia esperienza, di farli crescere sia dentro che fuori dal campo. Mi vedono come un giocatore esperto che ha vissuto tante cose e questo mi fa sentire ancora più legato alla squadra. Sicuramente mi sento rispettato e cerco di essere un modello. All'interno del mondo giallorosso c'è un clima di unione e amicizia, con legami solidi che si stanno instaurando: "Sono sicuro che tra dieci anni, se dovessi bussare alla loro porta, mi apriranno".
Bassano, una città che Ivo non conosceva, ma che si è rivelata una sorpresa positiva. "Non sapevo quanto fosse bella. Mi avevano detto che questa era la città migliore in Italia per giocare a hockey e posso dire che sono d'accordo da quello che sto vedendo. Inoltre è pulita e sicura e le persone sono molto appassionate. Si respira una storia importante e l’obiettivo di riportare la squadra ai vertici è un qualcosa che mi dà grande motivazione".
La vita da professionista è vista da Silva come una grande opportunità. "Ho rinunciato a momenti con la famiglia e con gli amici, ma ho fatto esperienze che mi hanno arricchito e che senza questi sacrifici non avrei mai vissuto. Ho viaggiato, ho conosciuto tante persone diverse, sono cresciuto come persona. Coloro che ci tenevano davvero a me hanno sempre compreso le mie scelte".
Oggi, il sogno di Ivo Silva è chiaro: vincere. "Quando ero a Tomar, il mio obiettivo era quello di vincere qualcosa per la squadra che mi aveva dato tanto. E ce l’abbiamo fatta. Ora voglio dare qualcosa anche a Bassano, regalare una gioia ai nostri incredibili tifosi. Li ho visti in ogni trasferta, sono sempre con noi. Io gioco per le persone, per regalare loro la felicità attraverso i nostri successi".
Il ricordo più bello? "La coppa vinta con Tomar. Abbiamo scritto la storia scalzando l'egemonia delle big portoghesi. È stato un momento indimenticabile".
Ma Ivo Silva non ha di certo la pancia piena. Il viaggio del portoghese è appena cominciato, con l'obiettivo di riportare Bassano agli scintillanti lustri del passato. Con un finale di stagione tutto da scrivere, dalle parti del PalaUbroker pensieri stupendi scorrono nelle menti di giocatori e tifosi: sognare, in fondo, non costa nulla.
Stefano Parpajola
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