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Calcio. Juniores Élite

Nicola Saviolo: il maestro del settore giovanile pronto al grande salto

L'allenatore della Juniores Élite del Giorgione si racconta: una carriera dedicata all'amore per questo sport

Nicola Saviolo: il maestro del settore giovanile é pronto al salto in prima squadra

Nicola Saviolo

Nicola Saviolo è l'allenatore della Juniores Élite del Giorgione Calcio. Il suo percorso, però, inizia con il pallone sempre incollato al suo educato mancino: sette anni a Cittadella lo lanciano verso una carriera nel professionismo, ma un infortunio gli tarpa le ali: “La società puntava su di me, ma la pubalgia cronica mi ha limitato. Ho deciso quindi di scendere di categoria; nel mentre mi sono iscritto a Scienze Motorie e ho iniziato il percorso in panchina".

Dopo le esperienze nel settore giovanile del San Paolo, culminate con la vittoria del titolo regionale veneto con i Giovanissimi Elite, arriva la chiamata della Serie D a 31 anni. Una grande occasione; tuttavia, nonostante il settimo posto in classifica, l'avventura si interrompe a metà stagione per alcune divergenze con la società. “L'obiettivo era quello di costruire una squadra giovane e di puntare sui ragazzi. Non andò esattamente così. In ogni caso fu una grande esperienza. Il perché di quell’esonero? Non va chiesto a me”.

Dopo l’esperienza in Serie D, Saviolo entra nel mondo del professionismo, lavorando nelle giovanili di Padova, Vicenza, Verona e Arzignano. “Padova è la squadra della mia città; la società ripartiva dopo il fallimento e contribuire alla ricostruzione è stato incredibile. A Vicenza sono cresciuto ancora; quell'anno ho affrontato giocatori incredibili come Kulusevski, Tonali, Bellanova e Carnesecchi. A Verona ho passato 5 anni. Ho fatto tutta la trafila, vincendo subito il titolo regionale con l’Under 14. Sono arrivato fino all'Under 18. Questa per me era diventata una seconda casa, dove ho avuto la possibilità di collaborare con uno staff di altissimo livello. Infine, Arzignano, in Primavera 3. Siamo stati ripescati e abbiamo avuto poco tempo per costruire la squadra; nonostante ciò siamo riusciti a salvarci con quattro giornate d’anticipo: una grande impresa calcistica", ricorda Saviolo.

Oggi è a Castelfranco per contribuire a ricostruire il club dopo anni difficili. “Lavoriamo per riportare lustro a una società che in passato era una fucina di talenti. Quest'anno eravamo primi a fine girone d’andata, poi abbiamo rallentato. Ma questo era una sorta di anno zero, l'obiettivo era quello di gettare le basi per il futuro".

Saviolo nella sua prima fase di carriera si è reso celebre per una proposta di gioco che sfiorava il concetto di tiki-taka in stile Guardiola. Dopo la rivoluzione della pressione alta dell'Atalanta di Gasperini, però, ha adattato il suo calcio: “ Un tempo si puntava molto sul possesso, oggi le squadre pressano più alte e bisogna trovare l'equilibrio tra palleggio e verticalità. Ma la costante rimane quella del dominio del gioco”.

Il grande sogno? “Rimane quello di allenare una prima squadra. Vorrei tornare a vivere quell’adrenalina. Se chiudo gli occhi mi piace immaginare Anfield...".

Nicola Saviolo: un allenatore che guarda il calcio con gli occhi di un bambino innamorato. Oggi è ripartito da Giorgione per riprendersi, prima o poi, quel palcoscenico che forse troppo presto gli è stato tolto. 

Stefano Parpajola

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