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Calcio. Serie C
04.04.2025 - 14:00
Stefano Vecchi, allenatore Vicenza @instagram Vicenza
C’erano dieci punti di distanza, poi tredici addirittura e il Padova sembrava irraggiungibile. Ma il Vicenza non ha mai mollato. E ora, dopo una marcia lunga sette mesi, si ritrova primo in classifica a quattro giornate dal termine. Una rimonta da manuale, figlia di pazienza, tenacia e qualità, quella firmata dalla squadra di Stefano Vecchi.
Tutto è cominciato in modo poco promettente. Il 25 agosto 2024 il Vicenza pareggiava in casa con la Giana Erminio, mentre il Padova si prendeva subito la vetta superando il Trento. Da lì, i biancoscudati hanno allungato, spingendosi fino a +13 alla 21ª giornata, complice il posticipo dei rivali. Ma proprio quando sembrava che tutto fosse compromesso, il Lane ha acceso la scintilla della rimonta.
Il momento della svolta
Il 12 gennaio qualcosa cambia. Al Menti, Rolfini segna all’Albinoleffe. All’Euganeo, l’Arzignano pareggia col Padova. In pochi secondi, il distacco si accorcia da 10 a 8 punti. Un segnale? No, molto di più: è l’inizio della scalata.
Nel giro di tre turni il divario si riduce prima a 6, poi a 3, fino a una sfida diretta al cardiopalma al Menti, dove il Vicenza accarezza il sorpasso prima del beffardo gol del pareggio al 94’. È il 16 febbraio. Il Padova sembra salvarsi ancora, ma l'inerzia è cambiata.
L’elastico e la svolta definitiva
Da lì in avanti, la lotta diventa un duello a distanza fatto di botte e risposte, errori e rimonte. Il Padova perde la sua imbattibilità, comincia a zoppicare in trasferta, mentre il Lane, nonostante qualche passo falso, resta sempre lì. Fino al colpo decisivo: i biancoscudati raccolgono un solo punto nelle trasferte di Novara e Caravaggio, mentre i biancorossi battono Caldiero e Pro Vercelli. Il sorpasso è servito.
Ora il gran finale
A quattro giornate dalla fine, il Vicenza è davanti e sogna il ritorno tra i grandi.
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