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Padova, Matteo Andreoletti: l'uomo che ha dato sostanza ai sogni

Il mister racconta l'annata da record: "Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, è stato speciale"

Padova, Matteo Andreoletti: l'uomo che ha dato sostanza ai sogni

Matteo Andreoletti foto @Davide Boggian

L'allenatore del Padova, Matteo Andreoletti, si racconta dopo la stagione che ha portato i biancoscudati in Serie B. Ecco sogni, segreti e progetti futuri del tecnico lombardo.

Matteo Andreoletti ha trasformato i sogni in realtà a Padova. L'allenatore lombardo, infatti, ha riportato i biancoscudati in Serie B, sei anni dopo l'ultima volta: "Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, è stato speciale. Siamo figli del lavoro, abbiamo fatto dell'umiltà la nostra forza. Direi che il traguardo è meritato per quello che abbiamo fatto". 

Correva l'anno 2015 quando Andreoletti fece una scelta di vita: abbandonare il calcio giocato per dedicarsi alla panchina. Una leggenda parla di una promessa fatta alla mamma: "Vediamo dove sarò tra 10 anni e tireremo le somme". E il 25 aprile del 2025 il mister ha raggiunto il traguardo della Serie B: "Ho capito che mi sentivo più vicino al mestiere dell'allenatore. Quando ho condiviso questa scelta con i miei familiari c'era pó di scetticismo; ma loro mi hanno sempre lasciato molto libero nelle mie decisioni. Questa sembrava essere una scommessa, ma ero convinto che mi sarei tolto le mie soddisfazioni".

Alcune esperienze tra Inveruno, Sanremese, Pro Sesto e Benevento, prima dell'approdo a Padova: "Spero di essere cambiato poco dal punto di vista dell'entusiasmo e della passione. L'aspetto dell'amare il mio lavoro è quello che più mi piace e che cerco di trasmettere ai miei ragazzi. É stato un percorso fatto di tante panchine, ho imparato tanto e sono maturato dal punto di vista del metodo e della proposta. Spero, però, di essere rimasto lo stesso dal punto di vista umano". 

Quella di Benevento è stata l'esperienza più scottante: "Senza quell'esonero non sarei arrivato a vincere. Mi ha aiutato a mettermi in discussione e poi a fare un percorso importante di crescita. È un momento complesso, ma che deve essere visto come una opportunità per migliorarsi". 

Nell'estate del 2024 nasce la possibilità di sbarcare a Padova; Andreoletti e il Ds Mirabelli trovano subito il giusto feeling dopo le prime chiacchierate e l'affare si concretizza.

Così è iniziata un'avventura fatta di impegno e sacrificio: "Il mio è un lavoro totalizzante. Ho vissuto poco una città bellissima. Mi concedevo di correre ogni tanto sotto i portici, ma sono riuscito a godermi poco il resto. Ma io vivo così la mia professione".

La stagione ha visto una prima parte impeccabile, con le prime 25 gare da imbattuti: "Il girone d'andata è stato irripetibile, un qualcosa di straordinario". 

Durante il ritorno sono state tre le partite simbolo della stagione secondo l'allenatore: "A Vicenza abbiamo pareggiato con Spagnoli all'ultimo minuto. È stata un'emozione indescrivibile. Sembrava tutto perso, ma i miei ragazzi hanno creduto in quello che facevano costruendo un'azione palla a terra in un momento delicatissimo. A Caravaggio abbiamo perso la vetta, ma lì abbiamo fatto un salto di qualità, acquisendo ancor più consapevolezza. Siamo stati eccezionali a fare gruppo. A Trieste ci siamo ripresi il primo posto: vincere quella partita era determinante. Abbiamo saputo soffrire. Poi al fischio finale è arrivata la notizia della sconfitta del Vicenza che ci ha fatto esultare doppiamente". 

Ma quali sono i segreti del tecnico? "Io credo nel lavoro, è la miglior strategia per vincere. Poi ho anche qualche scaramanzia: dopo qualche minuto della gara chiedo una bottiglietta d'acqua e parto sempre seduto in panchina. La chiave, però, rimane quella dell'impegno settimanale: questo porta risultati sicuri".

Andreoletti, durante l'annata, ha creato un legame speciale con il suo gruppo; quale è stata la ricetta vincente? "La figura del sergente è quella che mi riesce meglio. Sono molto esigente. Ho lavorato tanto, poi, sulle relazioni umane: sono soddisfatto di essere riuscito a far sentire tutti coinvolti. Devo ringraziare i miei giocatori perché ho trovato dei ragazzi ineguagliabili sul piano della disponibilità". 

E il futuro? "Io punto al massimo. Padova è ambiziosa, c'è la volontà di crescere e di lavorare insieme. Bisogna, però, anche avere l'umiltà di fare un passo per volta. Credo sia sbagliato pensare a qualcosa di più che non sia la salvezza. Va per prima cosa consolidata la categoria. Nel futuro c'è la possibilità di ambire a qualcosa di superiore. Il salto in Serie B è un qualcosa di nuovo per me. Credo che le più grandi differenze siano a livello strutturale e fisico. Dal punto di vista tecnico ci sarà meno margine di errore".

Il Padova, dunque, ha raggiunto il suo obiettivo, ma quello che rimane per mister Andreoletti è il percorso: "Gli abbracci con i ragazzi dell'ultima sera mi rimangono dentro. Ho percepito da parte loro la massima stima. Questa è la più grande gratificazione".

Il cerchio si è chiuso, con gli inizi con l'Atalanta come giocatore, con la promessa dei 10 anni alla mamma, culminata con il traguardo della Serie B: "Manterrò sempre lo stesso entusiasmo. Il sogno è la Serie A, ma devo ancora lavorare tanto. Arrivarci, un giorno, con la squadra della mia città sarebbe il massimo, il coronamento della mia carriera".

Andreoletti, intanto, è pronto alla nuova avventura nella città del Santo: "C'è la volontà di proseguire, mi sono trovato benissimo qui. Dovremo crescere tutti, ci sono le potenzialità per farlo. Il momento più delicato, adesso, è quello di doversi separare da alcuni giocatori che ci hanno dato il cuore". 

Umiltà, passione e idee: questo è Matteo Andreoletti, l'uomo che ha dato sostanza ai sogni di Padova.

Stefano Parpajola

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