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Politica
13.07.2025 - 08:37
Salvare il Parco Storico dell'Hotel dell’Orologio. Un’occasione unica per alcune associazioni del territorio, che renderebbe il centro di Abano ancora più prezioso e competitivo a livello internazionale. Le associazioni chiedono al sindaco di Abano Terme Federico Barbierato di fare qualsiasi sforzo per tutelare il Parco dell’Hotel dell’Orologio, vero polmone verde del centro cittadino. E fanno appello a Federalberghi Veneto e Confindustria al fine di sensibilizzare le istituzioni per non perdere questa occasione di gran rilancio per le Terme. Abano potrebbe offrire una passeggiata in un parco storico nel cuore della città. Ma purtroppo ad oggi questo parco storico, firmato dall’architetto paesaggista Giuseppe Jappelli, ha un futuro incerto, in quanto si è riscontrata scarsa sensibilità da parte delle amministrazioni pubbliche di salvarlo, per lo meno in parte, nell’area esterna alle piscine, dove insistono alberi secolari e i sentieri disegnati dallo Jappelli. “Creare una passeggiata tra gli alberi secolari per residenti e turisti nel cuore di Abano, tra storia e natura, potrebbe essere un grande valore aggiunto per la località termale”, sostiene Paolo Merlini, da sempre difensore degli alberi di Abano. “Il Parco dell’Orologio venne forgiato nell’800 dall’architetto paesaggista Giuseppe Jappelli, lo stesso che ha firmato il caffè Pedrocchi a Padova oltre a altri giardini importanti, dal Montirone ad Abano, al Giardino Treves a Padova, per citarne alcuni. Privare Abano di un gioiello del genere (purtroppo tenuto chiuso per anni) sarebbe una perdita enorme,” ne è convinta Paola Buja. “Ricordiamo la legge UE Nature Restoration Law approvata nel 2024, che all’articolo 8 recita “Ripristino degli eco sistemi Urbani”. Gli stati membri devono garantire che entro il 2030 non si verifichi alcuna perdita netta di superficie totale nazionale di spazio verde urbano e di copertura arborea urbana nelle aree di ecosistema urbano rispetto al 2024 e che in seguito si registri una tendenza all’aumento. Per Abano sarebbe un salto di qualità sotto tutti i punti di vista”, sottolinea Gianluca Stefani di Onda. “L’incontro di qualche settimana fa, promosso da Confindustria e Federalberghi, propone all’ordine del giorno temi di sicuro interesse, ma perdere questa occasione per sollecitare l’attenzione sulla valorizzazione di Abano, nel rispetto della vocazione turistica e della natura, sarebbe decisamente penalizzante per la città termale. In particolare, occorre tenere gli occhi aperti per stroncare sul nascere eventuali progetti speculativi, che snaturerebbero il centro cittadino e provocherebbero trasformazioni irreversibili in danno del nostro patrimonio naturale e paesaggistico”, sostiene l’avvocato Ciccarese. Le associazioni chiedono quindi, dal momento che l’amministrazione è sorda all’idea di acquistarlo con prelazione nonostante il prezzo odierno, per nulla proibitivo (3 milioni e mezzo), almeno di trovare una soluzione senza arrendersi, per accontentare la nuova proprietà senza privare Abano di una parte storico naturalistica così importante.
Federico Franchin
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