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DENTRO LA NOTIZIA
08.11.2025 - 04:35
L'area delle Ex Cave di Marocco a Mogliano Veneto si è trasformata in un vero e proprio banco di prova per la transizione ecologica del territorio. Quella che fu una zona di estrazione è oggi un prezioso biotopo e un'area umida di rilevanza cruciale per la biodiversità, la cui tutela si scontra con la pressione dell'urbanizzazione e gli interessi privati. Le Cave di Marocco rappresentano un affascinante esempio di rinaturalizzazione spontanea. Dopo l'abbandono dell'attività estrattiva, l'area ha sviluppato un microcosmo naturale con laghetti, boschi e prati, diventando un importante punto di sosta per uccelli migratori e ospitando una ricca varietà di flora e fauna, come attestato da studi floristico-vegetazionali che hanno censito oltre 300 entità subgeneriche. La sua posizione, incastonata in una zona altamente urbanizzata, tra Treviso e Venezia, ne fa un "piccolo angolo di biodiversità" essenziale per l'equilibrio ecologico locale. Il nodo centrale della transizione ecologica a Marocco è la battaglia per la destinazione finale dell'area, che è in gran parte di proprietà privata. Il comitato a difesa delle ex cave di Marocco si batte da anni affinché l'intera area diventi un Parco della Biodiversità aperto alla collettività e gestito in un'ottica di conservazione. «È da più di venti anni che la questione non è ancora risolta – commenta il coordinatore di Legambiente Treviso Fabio Tullio - La richiesta è di limitare al massimo l'edificazione, concentrandola solo su parti già compromesse (nell’area dove sorgeva Veneland) , e di tutelare integralmente le aree umide, puntando a fare del sito un potenziale Sito Rete Natura 2000. Nonostante l'importanza ambientale riconosciuta anche dal Comune che ha inserito l'area nel suo master plan come zona da salvaguardare, permane il problema della volumetria edificabile ancora disponibile alla proprietà.» Le preoccupazioni riguardano il rischio che ingenti metri cubi vengano autorizzati per costruire nuove aree residenziali o commerciali, perpetuando il consumo di suolo. La transizione ecologica non sia solo un insieme di misure tecniche, ma una scelta politica e urbanistica che coinvolge direttamente la qualità della vita dei cittadini. «I prossimi cinque anni sono decisivi. Le scelte di oggi plasmeranno il futuro ambientale ed economico del Veneto. - conclude Tullio -. Il nostro non è un atto d'accusa, ma una visione pragmatica per un territorio più resiliente e giusto, che ponga la tutela dell'ambiente, della salute pubblica e delle comunità al centro di ogni decisione politica».
Sara Busato
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