Scopri tutti gli eventi
DENTRO LA NOTIZIA
07.11.2025 - 09:28
A Sant’Andrea oltre il Muson, il verde delle campagne a sud della frazione potrebbe presto lasciare spazio a un mare di pannelli fotovoltaici. È qui, lungo via Cervan, ai confini con Loreggiola, che sorgerà un grande impianto agrivoltaico: oltre 13mila moduli solari sospesi a quattro metri d’altezza, distribuiti su 20 ettari di terreno agricolo. Una distesa di metallo e silicio capace di produrre fino a 9.700 kWp di energia elettrica, affidata alla società milanese Noricum srl, che ha già acquisito dai privati la disponibilità dei terreni attraverso contratti di diritto di superficie. A differenza dei tradizionali campi fotovoltaici, il sistema agrivoltaico prevede che i pannelli siano sollevati, consentendo di continuare la coltivazione del suolo sottostante, in questo caso frumento, soia e colza. In teoria, una coesistenza virtuosa tra produzione agricola ed energetica; in pratica, però, molti residenti temono un impatto ambientale e paesaggistico tutt’altro che trascurabile. Il progetto, che ha già ottenuto il via libera regionale con alcune prescrizioni – come fasce arboree di mitigazione – richiederà la movimentazione di oltre 7.000 metri cubi di terreno. È proprio questa trasformazione, imponente per un territorio di vocazione agricola, ad aver acceso la miccia della preoccupazione. «Un progetto di enorme estensione preoccupa la popolazione in termini ambientali, di tenuta del territorio e di traffico pesante durante i lavori, stimati in 27 settimane – spiega il comitato frazionale di Sant’Andrea –. Un territorio agricolo si vede trasformato in territorio a consumo elettrico. Da valutare davvero quali colture potranno resistere in queste condizioni. L’area è fragile, caratterizzata da risorgive e da una delicata biodiversità». A pesare, oltre alle dimensioni dell’impianto, anche la scarsa informazione data ai cittadini. La questione è emersa pubblicamente grazie al consigliere di opposizione Alessandro Boldo (Castelfranco Merita), che ha depositato un’interpellanza sulle nuove infrastrutture energetiche previste nel territorio. «In Consiglio si è discusso di quattro nuovi progetti: due impianti a biogas, a San Giorgio e in Panigaia, e due agrivoltaici, a Bella Venezia e a Sant’Andrea. In totale 45 ettari di suolo occupato, quasi l’1% del territorio comunale. È una monocoltura a silicio e reflui d’allevamento che compromette paesaggio, suoli e biodiversità. Non è che transizione sia buona a prescindere o sia necessariamente sinonimo di sostenibilità, soprattutto se le ricadute territoriali sono quasi irrilevanti». E mentre anche a Bella Venezia è previsto un ulteriore parco agrivoltaico esteso 8,9 ettari, anche dalla maggioranza emergono voci contrarie. «No, la campagna agricola non si tocca! – esclama il consigliere di maggioranza Diego Murarotto – È una questione di etica. Capisco la transizione energetica e le logiche del business, ma non tollero che avvenga a danno del nostro bene primario: il terreno agricolo. Sì alle rinnovabili, ma dove hanno senso: tetti, coperture, parcheggi non mancano. La politica regionale e nazionale deve intervenire prima che una miriade di società energetiche lasci un segno indelebile sul nostro territorio».
Leonardo Sernagiotto
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516