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Confermata la stessa gestione per l’Oasi Cervara

Tutela ambientale. La gara per la gestione per i prossimi quattro anni ha raccolto una sola offerta

C’è chi si prenderà cura dell’Oasi Cervara per i prossimi quattro anni. La nuova gestione della perla del Sile a Santa Cristina si annuncia di fatto in linea con la precedente. La gara per la gestione dall’inizio del 2023 alla fine del 2026 ha raccolto una sola offerta. È quella presentata dalla rete temporanea d’impresa formata dalla cooperativa Alcedo di Treviso, gli attuali gestori, con la cooperativa sociale Simili di Camposampiero. A livello tecnico, le due parti si affideranno alla ditta Oasi Cervara società di gestione Srl di Treviso. L’importo a base di gara è stato fissato in 400mila euro. Alla luce del rilancio del 20%, però, il conto complessivo, idoneo a trasformarsi nel contratto definitivo, è stimato in 480mila euro. Ora la commissione giudicatrice istituita nell’ambito della stazione appaltante della Provincia esaminerà l’offerta tecnica ed economica. Al netto di imprevedibili sorprese, comunque, i giochi ormai sembrano fatti. Il Comune di Quinto, intanto, è pronto a metterci anche del proprio per affrontare interventi strutturali. Soprattutto dopo la decisione della giunta Sartori, non senza qualche polemica, di sfilarsi dal gruppo di Organizzazione di gestione della destinazione turistica “Città d’arte e ville venete del territorio trevigiano”, che riunisce Camera di commercio, Provincia e una sessantina di municipi della Marca. Una mossa che consente al Comune di risparmiare circa 20mila euro all’anno, cioè la quota che era pari al 25% della tassa di soggiorno. L’Oasi Cervara si estende su 24 ettari di riserva naturale, di cui sei visitabili, sulle sponde del Sile. Qui ci sono le cicogne, diventate il simbolo dell’Oasi, che "parlano" tra loro battendo il becco. I gufi che volano sopra le teste dei visitatori e le tartarughe palustri. Tra alberi e stagni, poi, spuntano centinaia di altri animali. La voliera delle cicogne, in particolare, funge da magnete anche per gli esemplari selvatici. Poco distante c’è l’arena dei gufi, resa famosa dal re incontrastato, il gufo reale ObiWan. Con lui c’è anche un altro gufo reale, un gufo comune, un allocco e tre barbagianni. Lungo le passerelle in legno che attraversano la palude, infine, prende forma la cittadella degli aironi: un’area che conta oltre 200 nidi, casoni, spazi per il birdwatching, pannelli informativi interattivi, l’area dove si possono ammirare le tartarughe palustri, il martin pescatore e lo stagno delle rane. Prima del Covid, l’Oasi contava 20mila visitatori all’anno, compresi 6mila ragazzi delle scuole. Più oltre 500 fotografi specializzati nell’immortalare la natura. Adesso l’obiettivo è superare questi numeri. Mauro Favaro
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