Uno studio condotto dalla Medicina dello Sport dell’Ulss 2 ha valutato 22.324 sportivi
Sono più di 22mila i giovani atleti monitorati nell’ambito di uno studio condotto dalla Medicina dello Sport dell’Ulss 2, centro di riferimento regionale per lo sport nei giovani con cardiopatie, in collaborazione con l’Università di Padova sul significato dello screening medico sportivo nella prevenzione delle morti improvvise. La ricerca, intitolata “Value of screening for the risk of sudden cardiac death in young, competitive athletes”, è stata pubblicata sulla rivista scientifica “European Heart Journal”. La collaborazione fra l’équipe trevigiana guidata da Patrizio Sarto e Domenico Corrado, direttore dell’UOSD Centro genetico per le cardiomiopatie aritmiche e Cardiologia dello sport, e Alessandro Zorzi, entrambi del Dipartimento di Scienze toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova, ha portato alla conclusione che ben il 74% delle patologie cardiovascolari che presentano il rischio di morte improvvisa è stato diagnosticato in bambini e ragazzi con meno di 16 anni. Grazie al modello di screening italiano sono state potenzialmente salvate le vite di 69 giovani atleti. Su 22.324 sportivi valutati, uno soltanto è stato colpito da arresto cardiaco durante l’attività sportiva, ed è sopravvissuto grazie alla rianimazione cardiopolmonare con l'uso del defibrillatore. “Questo è un caso molto complesso perché nonostante i tanti esami eseguiti non è stato ancora possibile individuare la causa dell’arresto cardiaco”, afferma Patrizio Sarto.
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