Il sacerdote si è spento nel sonno a 54 anni: grave lutto per la Diocesi di Treviso

I fedeli di San Pio X lo aspettavano per la messa della mattina della festività di Ognissanti. Don
Davide Schiavon, purtroppo, non è mai arrivato: il prete è mancato improvvisamente, nella notte precedente. Classe 1969, era originario della parrocchia del Duomo di San Donà. Ordinato sacerdote il 27 maggio 1995, è stato cappellano a Martellago, a Nervesa della Battaglia e a Bavaria, e poi parroco di Levada e Torreselle di Piombino Dese. Era alla guida della
Caritas diocesana dal 2008.
Quindici anni in cui si è dedicato senza risparmio alla causa degli ultimi e dei più fragili, anche scegliendo di abitare nella Casa della Carità, che è diventata punto di riferimento e luogo di accoglienza e di ascolto per tante persone. Proprio la
Casa della carità, che era stata inaugurata da poco, sotto la sua direzione ha trovato forma compiuta. In questi ultimi anni don Davide era anche collaboratore pastorale nelle parrocchie di Santa Maria del Rovere e San Pio X di Treviso.
Sempre vicino a poveri e famiglie in difficoltà

Numerosi i progetti che aveva ideato e messo in atto, in stretta collaborazione con i Vescovi che si sono succeduti e che gli hanno dato fiducia, e in collaborazione con la squadra di operatori e volontari che negli anni sono cresciuti nella Caritas diocesana, che è l’espressione più diretta della cura della Chiesa di Treviso per le persone povere e in difficoltà:
le persone in difficoltà economica, le persone senza fissa dimora, gli immigrati e richiedenti asilo (ricordiamo il progetto di accoglienza diffusa “Rifugiato a casa mia”) hanno trovato in Caritas e in don Davide prima di tutto ascolto, accompagnamento, condivisione, e poi progetti di aiuto concreto. Alcuni di loro sono diventati, poi, volontari e operatori. Una Caritas non solo erogatrice di aiuti e servizi, sia a livello centrale che nelle diverse espressioni parrocchiali, ma stimolo continuo alla diocesi tutta e alla comunità civile nell’educazione alla carità e nella promozione di progetti di giustizia e di inclusione per i più poveri, attenta alla dignità di ciascuno, capace di fare rete con la società civile e le Istituzioni. Nei primi anni della sua direzione alla Caritas tarvisina, esplose la crisi economica che colpì molti imprenditori: con il suo coordinamento nacque
uno dei primi sportelli in Italia di ascolto e di microcredito a sostegno di questi imprenditori. Uomo e sacerdote di relazioni forti e profonde, persona schietta e accogliente, con grandi capacità organizzative, don Davide ha saputo fare squadra e costruire alleanze con tutti, sempre a favore dei più poveri.
Il "Patto di comunità" per aiutare chi ha perso il lavoro durante il Covid

A lui, durante la pandemia, il Vescovo ha affidato la creazione e la gestione del progetto “Sta a noi: per un patto di comunità”, con uno sportello in ogni zona della diocesi, per aiutare economicamente le persone che avevano perso il lavoro a causa del blocco delle attività: un progetto alimentato da fondi diocesani e in collaborazione con istituti di credito ed enti locali.Grande anche l’attenzione internazionale, con l’avvio di progetti di cooperazione e sviluppo con alcuni Paesi, tra cui il Mali, la Tanzania, il Togo, il Congo, l’Ecuador, il Perù, la Giordania, la Serbia e la presenza di aiuto della Caritas in tutte le emergenze (dall’alluvione in Emilia Romagna al sostegno alle popolazioni dell’Ucraina e della Terra santa, o di Turchia e Siria colpite dal terremoto).
Molti i giovani che negli anni sono cresciuti accanto a don Davide e agli operatori Caritas grazie all’anno di volontariato sociale. Tre di loro hanno “firmato” il loro impegno proprio pochi giorni fa, durante una celebrazione con don Davide e con il vescovo Michele Tomasi. E sempre di giovani parla la sua ultima intervista pubblica, rilasciata a Tv2000, nell’ambito del progetto di comunicazione “Firmato da te”, che racconta le opere realizzate grazie ai fondi dell’8xmille. E l’opera realizzata quest’anno, il “fiore all’occhiello” di Caritas, è
“Casa Jawo”, accanto alla Casa della carità, un luogo nel quale i giovani volontari possono condividere momenti della giornata e riflessioni con gli ospiti della struttura. Il video è disponibile nel sito internet della Caritas tarvisina e
nel sito della Diocesi di Treviso. La prossima settimana, con l’assemblea delle Caritas parrocchiali, si sarebbero chiuse le celebrazioni per i 50 anni della Caritas diocesana, che hanno visto don Davide e i suoi collaboratori particolarmente impegnati nei mesi scorsi. Don Davide lascia la mamma,il fratello, la cognata e i nipoti, il Vescovo e i confratelli, e la sua grande famiglia di Caritas. Il funerale non è ancora stato fissato.
Il ricordo del vescovo di Treviso: "Un prete buono, che sapeva gettare ponti di fraternità"
Monsignor Michele Tomasi, vescovo della diocesi di Treviso, ricorda così don Davide Schiavon: "Questo è il momento del silenzio, in cui renderci davvero conto che don Davide non c’è più. Don Davide, un prete buono, intelligente, preparato, generoso, dedito completamente al Signore Gesù nel suo servizio alla Caritas: ci manca e ci mancherà. Ora ci stringiamo nella preghiera attorno alla mamma e al fratello, a tutti i suoi amici e a tutti coloro che sono ancora increduli di fronte alla notizia della sua morte. Chiediamo al Signore il balsamo della consolazione e la luce della speranza, e continuiamo a gettare ponti di fraternità e a tessere relazioni di pace, come ha sempre fatto e ci ha insegnato a fare don Davide".
Zaia: "Morte don Davide, un lutto che lascia ammutoliti"

La scomparsa di don Davide ha suscitato forte commozione anche in tutta la comunità trevigiana e veneta, a partire dal mondo delle istituzioni. Queste le parole di
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: "Un lutto che lascia ammutoliti di fronte alla scomparsa così repentina di una persona poco più che cinquantenne. Don Davide Schiavon esprimeva tanta vitalità nel suo impegno quotidiano a favore dei più deboli come direttore della Caritas di Treviso. Un prete giovane ed entusiasta, che ha fatto proprie le sfide del nostro tempo dedicandosi alle vecchie e alle nuove povertà con un lavoro incessante. Penso che così lo ricorderanno tutti coloro che lo hanno incontrato o hanno avuto da lui una mano tesa. In questo momento esprimo la mia vicinanza ai familiari, al Vescovo e alla diocesi di Treviso. A don Davide dedico il mio pensiero".
Mario Conte, sindaco di Treviso, scrive: "Con don Davide abbiamo affrontato varie emergenze nel territorio e in lui ho sempre trovato grandissima disponibilità. Mancherà tantissimo alla nostra comunità: persone come lui sono da esempio per tutti coloro che si impegnano per il bene del prossimo e nell’ambito sociale, con uno spirito sempre propositivo e guidato dalla propensione all’accoglienza, alla carità e alla sensibilità verso i più fragili. Mi ha insegnato tanto e continuerà a farlo perché ciò che conta, e ciò che resta, è l’esempio che è riuscito a dare con la sua anima buona e con le sue azioni. Ci lascia un grande uomo che ha dedicato la sua vita agli ultimi. La notizia della sua scomparsa mi rattrista profondamente".