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Quinto di Treviso: ancora proteste sui voli al Canova

areoporto quinto di treviso

Il Comitato è pronto a denunciare anche i ministeri

La nuova frontiera della protesta del gruppo contro lo sviluppo dell’aeroporto è emersa nell’assemblea che a metà novembre ha riunito oltre 300 persone nell’auditorium della parrocchia di Quinto. “Il rischio di disastri provocati dai voli del Canova è insostenibile – è l’urlo che si è levato dal gruppo guidato da Giulio Corradetti – dobbiamo fermare questa follia”. L’obiettivo è fare in modo che lo scalo non superi più il tetto dei 16.300 movimenti all’anno. E ciò significherebbe affossare il master plan con cui Save/AerTre, società di gestione, punta a far crescere il Canova fino ad arrivare a toccare nel 2030 quota 22.499 voli (+6% rispetto all’anno scorso) per 3 milioni 227mila passeggeri (+7%). A Quinto c’era anche Arianna Spessotto, deputata M5S. “Il Canova deve rispettare il limite. Cosa che assolutamente non fa. È scandaloso: si continua a operare in una situazione di illegalità – mette in chiaro – con il rispetto del limite, Ryanair probabilmente se ne andrà (oggi opera l’85% dei voli di Treviso, ndr). A quel punto si potrà ripianificare la gestione aeroportuale. Treviso non servirebbe più”. Lei punterebbe solo su Venezia, Ronchi dei Legionari e Verona. La deputata ha anche chiesto a Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti, di aprire un tavolo ad hoc. I sindaci di Treviso e Quinto, invece, non ha partecipato all’assemblea. Mario Conte (Treviso) ha avviato un confronto con Save per far crescere il Canova, pur chiedendo sostenibilità. Mentre Mauro Dal Zilio (Quinto), assente giustificato, non arretra di un centimetro: “Alle condizioni attuali il Canova deve rispettare il limite di 16.300 movimenti all’anno. Non ci sono discussioni. Invece già quest’anno arriveranno molto vicini agli obiettivi sulla carta fissati per il 2030. Parlano di nuove rotte quando stanno già sforando tutti i limiti. È una grande presa in giro”. Ma.Fa.
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