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Pozzi dell'Alto Sile in pericolo: "Ghiaia in cambio di salute"

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Pozzi dell'Alto Sile in pericolo: il referente del Pd Alto Sile, Vincenzo D'Angelo, lancia l'allarme e scrive al presidente Zaia chiedendo di fare marcia indietro sugli scavi.

“In questi giorni si sta completando l’iter per autorizzare l’ulteriore scavo di una cava nel territorio dei Comuni di Paese e Ponzano, scavo che porterà la sua profondità dagli attuali 30 metri a 60. Verranno così portate allo scoperto le falde acquifere finora “protette” che saranno inevitabilmente soggette a contaminazione e inquinamento. Inquinamento che si diffonderà in tutte le acque di falda soprattutto a valle dell’area oggetto di scavo. Verrà così messo in pericolo tutto il sistema di pozzi artesiani che si trova a sud e in particolare nell’area dell’Alto Sile.” L’allarme è del Pd Alto Sile, che gravita su Quinto di Treviso, Istrana, Zero Branco, Morgano. Il referente Vincenzo D’Angelo ha scritto al presidente del Veneto Luca Zaia per chiedere di fare marcia indietro. “Si tratta di pozzi che forniscono acqua potabile alla popolazione, ma anche di pozzi che vengono ampiamente usati in agricoltura soprattutto nella lavorazione del radicchio rosso di Treviso. Questa l’equazione: ghiaia in cambio di salute. Si estrae ghiaia con tutti i conseguenti ritorni economici positivi per pochi e in cambio si rischia l’inquinamento irreversibile delle falde e si mette in pericolo la salute di tutti i cittadini, già provata dalla pandemia in corso”.

D'Angelo: "Le aree interessate sono estremamente vulnerabili"

“La stessa Regione Veneto nel 2006 ha indicato le aree interessate come zone in cui la “Falda Freatica” è estremamente vulnerabile (Carta della vulnerabilità della falda freatica della Pianura Veneta) – conclude D’Angelo -. La preoccupazione però è che questa scelta di consentire l’escavazione in profondità venga estesa ad altre cave esistenti e diffuse nel nostro territorio rendendo ancora più grave e diffuso l’inquinamento del sottosuolo in tutto il Veneto”.
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