I lavori di bonifica e messa in sicurezza della discarica di Treviso partiranno a novembre, finanziati dalla Regione con 4,3 milioni di euro
L’ex discarica di via Orsenigo sarà bonificata e messa in sicurezza operativa e permanente. Dopo che il consiglio comunale nell’ultima seduta prima della pausa estiva aveva approvato l’affidamento dei lavori, a inizio agosto l’amministrazione comunale ha presentato il progetto definito sul futuro dell’area, uno storico buco nero fra i quartieri di Santa Bona e San Paolo, che si è trascinato per oltre vent’anni e che ora, grazie anche a un finanziamento regionale di ben 4,3 milioni di euro, sarà restituito alla collettività venendo trasformato in un bosco urbano con un parco fotovoltaico da un Megawatt. L’area - 96mila metri quadrati, pari a tredici campi da calcio - è stata infatti inserita nel Piano delle bonifiche della Regione del Veneto perché rientra fra i siti inquinati per la presenza di discariche di rifiuti urbani. La fine dell’attività di discarica risale all’inizio degli anni Ottanta, con la successiva copertura, fra il 2005 e il 2012, con terreni fini limoso-argillosi. A partire dal 2010, l’avvio di una serie di analisi e monitoraggi della falda e del biogas, che hanno preceduto l’accordo fra l’amministrazione comunale di Treviso e il Consiglio di Bacino Priula per la messa in sicurezza e la gestione della zona, avvenuta nel 2019.
Inizio dei lavori entro novembre
I lavori di bonifica e trasformazione inizieranno entro il mese di novembre: sarà sistemata la copertura attraverso la regolazione della superficie dell’intera area per ridurre l’infiltrazione delle acque meteoriche, poi verrà data alla superficie una pendenza di circa tre metri per fare in modo che l’acqua possa defluire verso le estremità. Il terreno sarà seminato con erba e verranno piantati alberi e cespugli per una superficie di due ettari e mezzo. Sarà costruito anche un nuovo impianto di trattamento delle acque su due linee diverse. Una per la purificazione delle acque di falda, grazie a un sistema di pozzi, tubature e un impianto di trattamento che consentirà la depurazione in loco e la reintroduzione dell’acqua nella falda tramite altri pozzo. La seconda linea, invece, sarà relativa alla gestione delle acque piovane, con la realizzazione di undici bacini di raccolta scoperti con una capacità massima complessiva di 10mila metri cubi, con l’obiettivo di essere nelle condizioni di poter gestire anche eventi meteorologici estremi. Una volta purificata in un apposito impianto di trattamento, l’acqua piovana sarà reimmessa sul terreno. Non è tutto. Perché al parco urbano si aggiungerà l’installazione di un impianto fotovoltaico che consentirà il risparmio di 500 tonnellate di CO2 l’anno.
L'assessore all'ambiente Manera: "Un'opera che ha pochi precedenti a livello nazionale"
“Grazie alla realizzazione dell’impianto verrà costituita una comunità energetica attraverso la quale sarà possibile fornire energia pulita a edifici pubblici. Un’opera - spiega l’assessore trevigiano all’ambiente, Alessandro Manera - particolarmente importante, che ha pochi precedenti a livello nazionale per la complessità di progettazione e benefici per la collettività e la salute pubblica”. Un intervento che l’assessore regionale all’ambiente, Giampaolo Bottacin, ha definito “un esempio virtuoso, perché da un cadavere eccellente si è arrivati a un’opportunità dal punto di vista ambientale, che può diventare un modello” per ciascuno del 2.891 siti inquinati
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