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Treviso, istituzioni e associazioni allo stesso tavolo per prevenire le morti al volante  

tavolo morti strada Treviso

Il progetto. Sono più di 30 i soggetti coinvolti nell’iniziativa spinta da sindaci, Ulss 2, Provincia, Cittadinanzattiva e Rete di Malachia.

Ridurre gli incidenti sulle strade. Diminuire i costi economici, sociali e sanitari dei possibili traumi che ne possono derivare. Sensibilizzare e informare la cittadinanza sul tema attraverso lezioni e campagne mirate. Sono questi i tre principali obiettivi del neonato “Tavolo per la sicurezza strada”, spinto nei mesi scorsi dalla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 2, dalla stessa azienda sociosanitaria della Marca trevigiana, dalla Provincia e dalle associazioni Cittadinanzattiva e Rete di Malachia. Alla fine attorno al tavolo i soggetti che si sono seduti erano più di trenta, considerato il coinvolgimento della Prefettura, dell’ufficio scolastico territoriale, della Polizia di Stato e della Questura di Treviso, dei Carabinieri e dei comandi di polizia locale del capoluogo, Fontanelle e Spresiano oltre a quello intercomunale di Mogliano, Preganziol e Casier. E ancora: la Motorizzazione civile, l’Aci, la Federazione motociclistica, l’associazione dei familiari delle vittime della strada, quella delle autoscuole, il sindacato degli agenti assicurativi, i periti infortunistici. Con la speranza che strada facendo si uniscano altri amministratori e realtà provinciali. Spinta dal tragico aumento degli incidenti stradali nel territorio trevigiano, l’iniziativa vuole “fornire strumenti adeguati e punti di riferimento precisi per affrontare gli imprevisti alla guida e i possibili rischi con maggiore preparazione e consapevolezza”, spiega Stefano Marcon, presidente della Provincia. E quindi invertire il drammatico trend. “L’attivazione del tavolo – afferma il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti costituisce un significativo passo avanti nell’azione di contrasto ai tanti, troppi incidenti. Le iniziative di prevenzione e monitoraggio messo in campo andranno a integrarsi con l’attività condotta dall’Osservatorio da tempo istituito in Prefettura, migliorando la raccolta delle informazioni, anche al fine di individuare i tratti viari sensibili al fenomeno. Prefettura che ha garantito la massima attenzione da parte delle forze di polizia nella repressione dei comportamenti scorretti alla guida, che sono la principale causa dei sinistri: guida in stato di ebbrezza, distrazione, eccesso di velocità". Il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi guarda al lato più sociale e psicologico del fenomeno. “Dovremo fare molte riflessioni. Lavorare con i ragazzi significa toccare con mano, far conoscere loro l’esperienza di chi ha subìto un lutto a causa della strada, veicolare dei messaggi tramite testimonianze dirette e perché no – aggiunge il manager – anche testimonial, per far capire che la macchina è un’arma e, quando si guida, le condizioni devono essere ottimali. Fare rete ci fa vincere qualsiasi battaglia”. Secondo Barbara Sardella, direttrice dell’ufficio scolastico territoriale, l’intervento educativo e culturale è fondamentale: “Quando gli incidenti riguardano giovani vittime, come è accaduto troppo spesso quest’estate, il trauma per la comunità e per le famiglie è ancora maggiore. In classe è importante parlare di educazione stradale non solo a livello teorico, limitandosi alla diffusione della conoscenza del codice della strada, ma formando alla cittadinanza attiva, facendo capire quali sono i corretti stili di vita da seguire per crescere ed essere più consapevoli”.          
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