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Christian Greco porterà in Basilica a Vicenza il "villaggio egizio" del faraone e anche pezzi dal Louvre

christian greco con statue egizie

Christian Greco in un'immagine di archivio scattata nel suo museo egizio di Torino

La mostra di Greco in Basilica dedicata a Tebe segue la filosofia della "fabbrica" inaugurata con la rassegna sul Rinascimento

Il direttore del museo egizio di Torino, Christian Greco, dialoga a distanza con l'assessore alla cultura Simona Siotto nell'incontro di venerdì sera a palazzo Chiericati
"Comunque capitale" è il titolo delle manifestazioni che il Comune ha organizzato per ribadire che, se anche non ha vinto il titolo di capitale 2024 della cultura in Italia, di qui in avanti molte delle manifestazioni che aveva programmato le realizzerà comunque. Al primo posto c'è la mostra sugli egizi che sarà allestita in Basilica a dicembre. Di questa mostra (e di molto altro, in verità) s'è parlato venerdì sera al museo civico di palazzo Chiericati. E' intervenuto Christian Greco, vicentino e direttore del Museo egizio di Torino, che ha fornito alcune anticipazioni. E' stato intervistato dall'assessore alla Cultura, Simona Siotto. La mostra di dicembre sarà un evento di livello internazionale, visto che alcuni pezzi arriveranno dal Louvre di Parigi. La mostra sarà dedicata a Tebe. Greco ha ricordato un passo di Platone, nel quale il grande filosofo afferma che "se vuoi sentirti un uomo di cultura devi aver vissuto almeno un periodo a Tebe".

Una mostra di livello internazionale: ci sarà anche il papiro della tomba di Ramses IV che il più antico progetto di architettura al mondo, 3000 anni prima di Palladio

Christian Greco in un'immagine di archivio scattata nel suo museo egizio di Torino
Christian Greco ha spiegato che la sua mostra si pone in collegamento con quella, curata da Guido Beltramini, sulla "Fabbrica del rinascimento". Anche lui mostrerà una fabbrica. O meglio, un villaggio. Quello di Deir-el-Medina, vicino a Luxor, nel quale vissero 500 artigiani e operai che realizzarono le tombe della valle dei re. Nel 1922, mentre Howard Carter stupiva il mondo con le meraviglie contenute nella tomba di Tutankhamon, l’archeologo francese Bernand Bruyere scoprì come vivevano gli operai che l’avevano costruita (anche se il primo scavo si deve all’italiano Ernesto Schiaparelli, nel 1905). Sarà questo "Villaggio del faraone" che Greco porterà a Vicenza, collocato nel 1550 avanti Cristo. Ma non solo. Ci sarà la pianta della tomba di Ramesse quarto, un papiro del 1150 avanti Cristo che, come ha spiegato Greco, di fatto è il progetto architettonico più antico al mondo, tremila anni prima di Palladio. Appena alcune idee, quelle di Greco, illustrate con la conosciuta competenza del direttore Greco e la sua fascinazione. Per lui il dialogo con Simona Siotto ha rappresentato l'occasione per ribadire l'idea che proprio la nostra società della trasformazione digitale ha sempre più bisogno degli umanisti: "Sono persone che si interrogano sul mondo e l'arte del passato per rispondere alle domande dell'oggi", ha sottolineato Greco. Proprio l'Italia che con i suoi 4667 musei, ossia il doppio della Francia, ha davvero l'opportunità di valorizzare la cultura umanista. Greco ha ricordato, a questo proposito, un passaggio dei libri sapienziali egiziani (anche se adesso gli specialisti non li chiamano più così per non confonderli con quelli biblici) scritti in età ramesside appunto nel quarto millennio avanti Cristo. Un passaggio è molto illuminante, come ha ricordato Greco: "Diventeranno polvere le piramidi - scrisse il saggio - spariranno le persone che le hanno costruite, ma resterà per sempre la sapienza dei libri e di chi li ha scritti. Ti farò amare i libri più di tua madre".  
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