Fino al 30 luglio al Museo Bailo i capolavori dello scultore trevigiano, con 280 opere esposte.
Il cieco, Arturo Martini
Dal primo aprile è ufficialmente aperta al Museo Bailo di Treviso
“Arturo Martini. I Capolavori”, una delle dieci mostre più attese in Italia nel 2023e che, in quanto a numero di opere raccolte – 280 per l’esattezza – è eguagliata solo da quella firmata Giuseppe Mazzotti e Carlo Scarpa, organizzata sempre nel capoluogo della Marca nel 1967. Tante le aspettative e altrettante le ambizioni che, per dirla con le parole dello stesso scultore, “pesano tonnellate e sembrano leggere come una piuma”.
Le aspirazioni? Consacrare il proprio illustre cittadino (e con lui la città tutta) nel panorama internazionale e, come ha dichiarato Nico Stringa, curatore della monografica insieme al
direttore dei Musei Civici di Treviso Fabrizio Malachin “tributare un’artista che è riuscito a rinnovare la tradizione scultorea in modo libero pur vivendo durante il regime fascista”. Un’esposizione a cui approcciarsi “con gli occhi innocenti, spontanei e pieni di stupore di un fanciullo, proprio come quelli del bambino nella scultura
Il cieco che si incontra nella prima stanza”. Molte le
opere di grandi dimensioni: bronzi importati come il
Figliol Prodigo, i
Leoni di Monterosso, il
Sonno, il
Tobiolo, tra i molti; marmi come quelli del
Legionario ferito, Donna che nuota sott'acqua, Torso di lottatore, tra gli altri; gessi come quello della
Sposa Felice o il maestoso
Sacro Cuore, un'opera colossale di tre metri e mezzo di altezza; terrecotte come
La Veglia,
II Bevitore o la
Venere dei porti."Entrando al Bailo
– spiegano i curatori
–, il pubblico viene accolto da un vero colpo di teatro. Nell'androne può vedere i sontuosi
Leoni in bronzo e sullo sfondo
Il Figliuol Prodigo. E, assieme a queste, per la prima volta radunate tutte le più importanti commissioni di Arturo Ottolenghi, nelle sale laterali, il
Tobiolo e, nel chiostro l’
Adamo ed Eva del nostro Museo. Al Tobiolo seduto mentre stringe tra le mani un pesce, viene affiancato il bozzetto che lo ispirò, opera di Hertha Wedwkind Ottolenghi, e il più tardo Tobiolo
Giaquinto, che testimonia le nuove ricerche spaziali della seconda metà degli anni '30". Il
percorso non è rigidamente inquadrato in sezioni, ma
liberamente costruito per “temi” e “capolavori” atti a stimolare il confronto: il
Bevitore disteso,
La Pisanao
II sonno, due notturni, sono accostati alla
Donna al sole e
Donna sulla sabbia, il bozzetto del Tito Livio è posto accanto al grande gesso dell'opera. Si tratta di “un artista definito a torto eclettico”, spiega
Stringa, che aggiunge: “Martini si è ripetuto spesso nello scolpire temi a lui cari come l'Ofelia di Shakespeare, il Figliol prodigo, l'attesa o i notturni, ma non per mancanza d'idee, quanto piuttosto per approfondire e dare importanza a quelli che per lui erano i temi chiave dell'esistenza”. Non mancano nell’esposizione gli
“effetti speciali”: il bozzetto della
Donna che nuota sott'acquaè al centro di una sala immersiva con le immagini del film che lo ispirò: “Ombre bianche” (White Shadows in the South Seas), diretto nel 1928 da W. S. Van Dyke.In mostra non c’è solo il Martini monumentale, ma una panoramica completa sulla sua attività: cheramografie, piccole terracotte, ceramiche, gessi. Non manca nemmeno la pittura con 40 dipinti di Martini mai esposti in maniera unitaria prima di oggi. Tante le opere mai uscite da collezioni private o che non si vedono da decenni in un percorso che, sebbene ponga sulla fase matura di Martini, dà la possibilità di percorrere tutti i momenti della produzione artistica dello scultore trevigiano. “Quella su Arturo Martini non è una semplice mostra, ma un progetto che punta a coinvolgere l'intera comunità trevigiana. Sarà un volano incredibile per il turismo che, dalla fine del Covid, ha raggiunto nelle ultime settimane un aumento del +149% per quanto riguarda il numero di visitatori in città”, ha dichiarato il
sindaco Mario Conte. Riuscirà Treviso, grazie alle mostre di Canova e Martini, a imporsi nel panorama nazionale e internazionale come Urbs Sculpta? Lo scopriremo. Nell’attesa non resta che godersi l’esposizione, che è visitabile fino al 30 luglio da martedì alla domenica dalle 10 alle 18; il biglietto intero ha un costo di nove euro mentre il ridotto di sei.
Marika Andreoli
Articoli correlati
https://www.lapiazzaweb.it/upload/2023/03/treviso-omaggia-lo-scultore-arturo-martini-al-museo-bailo-in-mostra-280-capolavori/