La seduta del Consiglio comunale di ieri sera, 13 luglio, si è aperta – per la prima volta - con l’intervento del questore di Verona Roberto Massucci.
Roberto Massucci, questore di Verona.
“Il mio saluto oggi in quest’aula è motivo di grande orgoglio – ha dichiarato il questore Roberto Massucci –. Penso che poter partecipare ad uno dei momenti più importanti di democrazia, di condivisione, di discussione e di approfondimento sulla realtà locale sia veramente importante e apprezzo tantissimo la sensibilità di chi ha voluto invitarmi. Un momento di amicizia istituzionale che mi consente di presentarmi a tutti”. “Eccomi, sono un poliziotto che svolge le funzioni di Questore di questa Provincia, non una delle tante per me, ma quella dove ho iniziato la mia carriera e dove ho vissuto momenti difficili e fortemente emozionanti nel mio percorso professionale, che ritrovo straordinariamente cresciuta e mi rendo conto ha bisogno di tutti, in primis delle istituzioni dello Stato affinché possa confrontarsi con se stessa e scoprirsi domani migliore di oggi.
La comunità
Il confronto con se stessa per una comunità è fondamentale, spesso leggiamo di classifiche che vengono fatte a livello nazionale, che per me hanno però un senso relativo, perché la mia esperienza mi porta a concludere che ogni comunità ha le proprie caratteristiche e desideri che si esprimono in un certo modo e il suo miglioramento deve confrontarlo solo con se stessa.Oggi mi metto a disposizione della comunità attraverso coloro che sono stati eletti per rappresentarla, consapevole che c’è una profonda differenza fra la funzione che io svolgo e la vostra. Io sono nominato e voi siete eletti. Nel mio caso non hanno deciso i cittadini che io sia il Questore della provincia di Verona, nel vostro caso sì. Per me quindi è innanzitutto il momento per dirvi che sono al vostro fianco, di chi ha responsabilità di governo, di chi ha responsabilità di tipo consigliare o di sostegno o di opposizione. Non faccio alcuna distinzione, sono a disposizione e credo che le persone che sono state scelte per rappresentare gli interessi di una comunità meritino, indistintamente, un assoluto livello di attenzione da parte di chi invece è nominato a rappresentare una istituzione dello Stato. Le mie porte sono aperte a progetti, idee e collaborazioni di chiunque abbia voglia di farle”.
La sicurezza
“Ovviamente la mia competenza è quella di cercare di mettere in campo iniziative che vadano nella direzione di migliorare le condizioni di sicurezza di questa comunità. Una sicurezza che mi è stata affidata dal punto di vista tecnico in quanto Comitato provinciale di pubblica sicurezza.Credo fortemente che quando si parla di sicurezza e quando qualcuno è realmente esperto di sicurezza, la prima cosa sia quella di evitare di fare proclami. Sui proclami ci si fa soltanto del male. Quando si parla di sicurezza in una prospettiva moderna e in una chiave progettuale si deve innanzitutto guardare al metodo. Sto mettendo in campo, nel modo più veloce possibile, le mie idee che poi si arricchiscono giorno per giorno e si rivolgono principalmente su tre fronti.Per prima cosa guardare alla Questura di Verona, sia nel suo assetto organizzativo che nel suo assetto di professionalità, che non deve essere disgiunta dalla cortesia e rigore”.
I giovani
“Il secondo aspetto sono i giovani, che sono molto più straordinari di quello che noi adulti a volte vogliamo far passare. Il lavoro su di loro è fondamentale, perchè quando sono coinvolti, valorizzati, ascoltati, compresi, sono resi protagonisti di momenti di comunità danno delle risposte straordinarie e inevitabilmente il contesto di comunità migliora. E’ ovvio che questo va portato avanti nel rispetto delle regole, nel valore delle conseguenze. Perché la paura delle conseguenze è un sentimento che non è del vigliacco ma del coraggioso che sa di doversi impegnare e andare oltre. E’ un atto di civiltà giuridica di chiunque pensa ad un atto normativo e sceglie di rispettarlo. Noi dobbiamo incidere sui comportamenti. La via maestra dal mio punto di vista è quello di correggere i comportamenti prima che vengano compiuti, ma la norma di salvaguardia della paura di conseguenza va però certamente curata.”
Le comunità straniere
“Altro punto di riflessione importante deve riguardare l’altro fenomeno delle persone provenienti da altri paesi. Le comunità straniere incontrate esprimono spesso un grande desiderio di regolarità e anche la voglia di essere a disposizione per mettere in campo una collaborazione culturale che deve mirare ad intercettare quelle persone che ad un certo punto si trovano davanti alla scelta di andare nel baratro o di intraprendere un percorso nella legalità. Il grande successo è quando anche una sola persona viene recuperata”.“La coesione istituzionale, infine, smentisce l’idea che la sicurezza sia una questione demandata in maniera quasi esclusiva alle Forze di Polizia. Non c’è una sicurezza di polizia in uno stato democratico ma c’è una sicurezza di comunità, che si ottiene attraverso una progettualità condivisa in cui le azioni convergono sulla stessa idea e vanno a modificare strutturalmente e culturalmente quelle che sono le devianze del territorio. Questo è il vero obiettivo di un progetto sicurezza. Questo è il metodo”, ha concluso il questore Massucci.
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