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A Mogliano Veneto una dozzina di volontari sfidano il caldo e ripuliscono la periferia

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Una dozzina di aderenti all’associazione ARCA dai dieci ai cinquant’anni di età sfidano il caldo del pomeriggio per setacciare Via San Michele

Borracce per reggere l'afa e sacchetti alla mano: a Mogliano Veneto sono così stati raccolti circa 50 chili di spazzatura tra vetri, cartacce, stoffe e le ormai onnipresenti bottiglie di plastica nel solo pomeriggio di ieri, grazie all'iniziativa di un gruppo di giovani, adulti e bambini ha dato l’assalto ai bordi e ai fossi di Via San Michele. Alcuni dei soci e simpatizzanti dell’associazione ecologista e giovanile ARCA (Attivisti Riuniti per il Clima e l’Ambiente) di Mogliano si sono armati di guanti, pinze e sacchi per intervenire sulla condizione critica della strada di periferia che, pur costituendo l’unico collegamento ciclabile tra Mogliano Est e Zerman, è afflitto da incuria e abbandono di spazzatura. Gli stessi volontari ammettono di aver dovuto lasciare indietro pezzi di porte e resti di mobili, perché troppo ingombranti rispetto alle capacità logistiche del gruppo, e alcuni rifiuti ormai circondati da rovi taglienti. “Abbiamo sacrificato un giorno di vacanza per risparmiare a chi passa la vista del degrado e per limitare la dispersione di microplastiche possibilmente cancerogene” dichiara il presidente Cesare Bulegato, laureando in Scienze Ambientali a Ca’Foscari e piccolo agricoltore “ma siamo consci che le rimozione dei relitti più grossi o compromessi spetta all’istituzione, come le spetta la riqualificazione di quella che dovrebbe essere la via che permette ai ciclisti di muoversi serenamente tra Mogliano e Zerman e che invece ispira un misto di tristezza e impotenza.” L’associazione, che nel suo ecologismo a 360 gradi intende andare ben oltre le piantumazioni e le pulizie, punta il dito sulle cause scatenanti dell’inquinamento: “L’assenza di leggi appropriate permette alle aziende di vendere quantità planetarie di prodotti e imballaggi che appena usati diventano ciarpame: e poiché è appurato essere inevitabile che una piccola e irriducibile minoranza della popolazione se ne disfi in modo improprio, occorre risolvere il problema alla fonte. Voltare la testa è irresponsabile: le istituzioni devono agire perché i prodotti cambino radicalmente, attraverso adeguate leggi per la tutela dell’ambiente in cui viviamo e quindi della nostra salute”.
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