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Cadoneghe. Grandinata del 2023

Il governatore Luca Zaia: «Non ci danno i soldi dei ristori»

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È trascorso più di un anno dalla disastrosa grandinata di luglio 2023, che ha devastato abitazioni private, attività industriali, commerciali ed agricole, automobili a quasi tutti i residenti di Cadoneghe e Vigodarzere. Chicchi di grandine grossi come palle da tennis in pochi secondi hanno portato la devastazione e milioni di danni. La Regione Veneto si era fatta parte attiva, chiedendo una ricognizione dei danneggiamenti e i ristori economici al Governo. Ma i contributi a sostegno di privati e aziende non arrivano.

«Non ci sono i soldi – ha rivelato il governatore del Veneto, Luca Zaia, ospite a Cadoneghe alla rassegna "Il Veneto legge". Il Governo ha assegnato alla nostra Regione pochissimi fondi, insufficienti a far fronte ai danni, che ammontavano complessivamente a 1,2 miliardi di euro e che hanno interessato circa 70.000 soggetti tra famiglie, imprese ed enti pubblici».

L’evento del 19 luglio 2023 è stato caratterizzato da violente ed estese grandinate, con chicchi di dimensioni eccezionali e raffiche di vento che hanno superato i 100 km/h. Un maltempo che è proseguito nelle diverse province del Veneto fino al giorno 26.

Il presidente Zaia attraverso cinque decreti aveva dichiarato lo stato di emergenza regionale per eccezionali avversità atmosferiche e aveva chiesto alla Presidente del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale.

Il Consiglio dei ministri aveva riconosciuto lo stato di emergenza e successivamente aveva deliberato di assegnare dei ristori: al Veneto, però, sono stati attribuiti solo 57.516.000 euro.

«Insufficienti – ha proseguito il presidente Zaia –. Purtroppo il maltempo che si è abbattuto sulla nostra regione si è verificato due mesi dopo gli eventi alluvionali in Emilia Romagna, che pur avendo registrato danni economicamente minori rispetto a quelli calcolati in Veneto, ha avuto un impatto emotivo e mediatico superiore e l’attribuzione di maggiori risorse».

Cristina Salvato

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