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Maserà

Scoperta in via Zane la tomba di un bimbo morto a un anno e sepolto ottomila anni fa

Eccezionale scoperta archeologica: trovati attrezzi in selce e la tomba di un bambino di un anno

Scoperta in via Zane la tomba di un bimbo morto a un anno e sepolto ottomila anni fa

Gli oggetti in selce ritrovati nella tomba (foto concessa dalla Soprintendenza a Ennio Chiaretto))

La tomba è stata ritrovata all’interno di un villaggio neolitico. Nella zona non esisterebbero altri ritrovamenti simili

Ha il carattere dell’eccezionalità la scoperta archeologica avvenuta all’interno degli scavi in corso in via Zane a Maserà: in quello che si profila essere un villaggio neolitico sono stati trovati degli attrezzi da lavoro in pietra di selce e la tomba di un bambino dall’età apparente di un anno. L’eccezionalità sta nel fatto che in zona non sembrano esserci stati altri ritrovamenti simili.

Nel 2023 la Soprintendenza aveva ipotizzato che i resti archeologici ritrovai a Maserà appartenessero a un villaggio di epoca neolitica, un contesto insediativo di circa 7.000 anni fa. Le analisi e ulteriori scavi hanno portato a un risultato ancora più sorprendente. «Con l’ausilio della datazione al radiocarbonio dei reperti – rivela Ennio Chiaretto, collaboratore del centro di documentazione storica e locale “Giuseppe e Leonino Da Zara” – è emerso che l’insediamento abitativo di via Zane si colloca molto prima, circa a 7.900 e 7.600 anni orsono. Siti neolitici come questo sono davvero molto rari per nostre zone: solo pochissimi i casi nel Veneto e tutti o quasi posizionati in prossimità di colli o alture».

Con Neolitico (età della pietra nuova) si intende un periodo risalente a circa ottomila anni fa, quando gli uomini preistorici passarono dall’economia basata sulla caccia e sulla raccolta di frutti spontanei a quella produttiva con l’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento, della pietra levigata e della ceramica. Insediamenti in Veneto sono stati trovati nel Veronese (suoi monti Lessini), nel Vicentino (colli Berici) e nel Padovano (colli Euganei). «Ma non è tutto – prosegue Chiaretto – perché dagli scavi di Maserà, oltre a molti reperti di selci lavorate realizzati con pietre non di provenienza locale, che indicano scambi e commerci con popolazioni anche lontane, è emerso qualcos’altro di ancor più straordinario per quell’epoca così remota: la tomba, pur senza corredo funerario, di un bambino di circa un anno di età. Un’evidenza molto rara per le fasi più antiche del Neolitico in area padana. Un caso che, secondo noi, ma anche secondo la Soprintendenza, va studiato ancora e approfondito. Ora però, mentre attendiamo che tali studi facciano il loro corso, ci aspettiamo dalle autorità che venga prevista una adeguata valorizzazione del sito, sull’esempio di altre località venete e non solo, molte delle quali hanno dimostrato che con la cultura si potrebbe, perché no, fare anche del sano business».

Il Centro di documentazione storica locale, che per primo ha dato la notizia degli scavi, ha deciso di chiamare questo bambino “Neos”, il primo abitante certificato di Maserà e forse anche di una buona parte del Veneto.

Cristina Salvato

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