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23.02.2025 - 23:22
I lavori di demolizione dell'antenna di via Pisana
È definitivamente sparita l'antenna telefonica di via Pisana, che sorgeva in mezzo a un parco e accanto agli impianti sportivi. Era stata molto contestata, da un comitato di cittadini piuttosto agguerriti e attivi, perché era sorta (all’insaputa di tutti) su un terreno comunale, a due passi da un parco giochi e da abitazioni, che non si aspettavano certo di vedersi comparire all’improvviso un palo di trenta metri davanti alle finestre. Accanto poi a impianti sportivi e ad alcune palazzine ecosostenibili e a zero impatto ambientale. Nonostante le opposizioni, nel 2015 l’antenna era entrata in funzione l’attuale sindaco Marco Schiesaro ha scelto di non rinnovare la concessione, in maniera che i gestori spostassero l’antenna altrove. Non è andata molto distante, perché dall’altro lato della strada, in via Belvedere, delle strutture per la telefonia sono sorte in un terreno privato. Il Comune di Cadoneghe ha provato ad opporsi a questa installazione, ma ha dovuto soccombere a una decisione del Consiglio di Stato, che lo ha condannato pure a pagare le spese legali pari a quattromila euro.
L’8 aprile 2022 Inwitt Infrastrutture Wireless Italiane spa aveva presentato domanda di installazione di un’antenna all’interno di un’area privata nei pressi di un’attività in via Belvedere. Nella pratica presentata, la ditta aveva precisato che per raggiungere il sito di installazione avrebbe dovuto passare su un fossato, che sarebbe stato coperto. Il Comune aveva rigettato la richiesta per motivi urbanistici legati all’area agricola circostante e per il fatto che l’azienda di telefonia non aveva dimostrato di aver accesso al fondo in cui doveva issare l’antenna. Ne è nata una serie di ricorsi reciproci tra Inwitt e Comune, fino ad arrivare al Consiglio di Stato. Il quale ha sentenziato che il solo problema di accesso al terreno non potesse essere motivo per negare l’installazione dell’antenna. Ha dato quindi ragione a Inwitt, condannando il Comune a risarcire le spese legali, quantificate in 4.000 euro.
“Abbiamo invocato delle norme urbanistiche, ma la giurisprudenza continua costantemente a dare torto ai Comuni – dichiara il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro -. Io invece sostengo che i Comuni debbano continuare ad avere in mano la responsabilità urbanistica e la pianificazione del territorio, anche per quanto riguarda la questione delle antenne. Perché queste hanno un impatto rilevante, non solo dal punto di vista urbanistico ed edilizio, ma anche ambientale. Purtroppo le antenne sono ancora molto utilizzate, nonostante esistano delle alternative più performanti e stabili, anche se parziali, come la fibra ottica, che in quanto interrata ha un minore impatto. Ma interrare le infrastrutture costa molto di più che piantare un palo alto trenta metri. A un certo punto, però, auspico ci sarà un’inversione di rotta e che le antenne vadano progressivamente a sparire”.
Cristina Salvato
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