Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Attualità

A Sottomarina il convegno per la rieducazione attraverso il carcere

Esplorare il futuro della rieducazione carceraria: successi, sfide e diritti umani nel contesto italiano

La rieducazione attraverso il carcere

Il carcere, un pianeta da scoprire. Qualche settimana fa il teatro San Martino a Sottomarina ha ospitato il convegno “La rieducazione attraverso il carcere: un diritto umano per il detenuto”. I vari relatori intervenuti all’incontro - dott. Donata Favretto, professore associato di Medicina Legale e Tossicologia dell’Università di Padova; avv. Alice Ferrato, ricercatrice dell’Università di Padova; dott. Matteo Boscolo Anzoletti, assistente dell’Università di Padova; dott. Lorella Ciampalini, psicologa e psicoterapeuta; don Yacopo Tugnolo, direttore della Caritas diocesana di Chioggia; dott. Jacopo Buroni, vicepresidente della Cooperativa Sociale “Il cerchio” di Venezia - hanno sottolineato il successo dell’azione rieducativa e i numerosi effetti positivi sui singoli ospiti degli istituti di detenzione come di riflesso sulla collettività. Sono comunque ancora presenti varie criticità, in particolare la fatiscenza della maggior parte delle carceri, il sovraffollamento, la presenza della droga (oltre il 30% della popolazione carceraria è affetto da dipendenza) e il dramma dei suicidi (nel 2024 ci sono stati 88 casi).

Nell’art. 27 della Costituzione è prevista, accanto alla pena, anche la rieducazione del detenuto nell’ambito di un previsto reinserimento nella società. Questo reinserimento rimane comunque difficile anche quando vi siano delle esperienze che funzionano, ad esempio il carcere di Padova. A tal proposito Jacopo Buroni, vicepresidente della cooperativa “Il Cerchio” di Venezia, ha raccontato i vari successi della cooperativa nel reinserimento nel mondo del lavoro, durante e dopo il periodo di detenzione. Un altro problema che è emerso nel convegno è il diritto all’affettività del detenuto, ma nelle carceri non ci sono gli spazi per garantire la continuità delle varie relazioni familiari, delle amicizie, dell’intimità sessuale.

Un recente rapporto mette in evidenza che, quando gli interventi di sostegno psicologico e di rieducazione sono svolti correttamente, oltre il 70% dei soggetti riesce a maturare un recupero completo. (e.f.)

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione