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Attualità
10.08.2025 - 12:48
Vongole
Potrebbe concludersi entro la fine dell’anno l’esperienza del primo allevamento di vongole a basso impatto ambientale, attivo da circa dieci anni nella Valle Millecampi, nel territorio della gronda lagunare. Si tratta di un’attività avviata grazie agli investimenti di un imprenditore di Chioggia, basata su un modello di venericoltura manuale, privo dell’utilizzo di mezzi meccanici, e realizzato in piena compatibilità con l’ecosistema lagunare in cui si inserisce. A determinare lo stop è la nuova Carta Ittica regionale, approvata nel 2022, che ha ridefinito le zone autorizzate alla coltivazione dei molluschi, escludendo l’area di Valle Millecampi anche nel caso di attività svolte con tecniche artigianali e sostenibili. L’allevatore ha presentato ricorso contro il provvedimento, ma il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità dell’interdizione stabilita dalla Regione Veneto, giudicando corretta l’applicazione dei nuovi criteri. L’allevamento interessa un’area di circa otto ettari di laguna, con una previsione produttiva di circa quattro chilogrammi per metro quadrato, tra vongole veraci e vongole filippine. Secondo quanto riferito dai promotori, l’attività si svolge nel pieno rispetto delle normative europee in materia ambientale, senza compromettere l’equilibrio naturale della valle, e facendo esclusivo uso di tecniche di raccolta manuale.
La questione è stata sollevata con un’interrogazione alla Giunta regionale dai consiglieri del Partito Democratico Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, i quali chiedono un intervento urgente per scongiurare la chiusura definitiva dell’attività, che comporterebbe la perdita degli investimenti, dei posti di lavoro e del prodotto già seminato. «Si tratta di un’attività virtuosa» spiegano Montanariello e Zottis, «che ha ottenuto anche un contributo europeo del programma Feampa per la promozione della pesca sostenibile. Se chiude, oltre al danno per l’imprenditore e i lavoratori, si rischia anche la revoca del finanziamento ottenuto, con il paradosso di un bando vinto ma mai concretizzato». I consiglieri dem chiedono alla Regione se intenda valutare una revisione della Carta Ittica o l’introduzione di deroghe per le attività manuali e artigianali, distinguendole da quelle meccanizzate e industriali. «Occorre promuovere modelli produttivi compatibili con l’ambiente lagunare» concludono, «evitando che criteri troppo rigidi penalizzino chi lavora nel rispetto della sostenibilità».
Alessandro Cesarato
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