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Maserà. Il Comune acquisisce una nuova porzione della Corte benedettina

Maserà di Padova acquista una porzione della Corte da Zara per 116.000 euro e avvia la riqualificazione per associazioni, eventi e servizi pubblici; l'opposizione contesta ritardi e costi.

Maserà. Il Comune acquisisce una nuova porzione della Corte benedettina

Spreco di tempo e di denaro. Si poteva acquisire gratuitamente dodici anni fa

Il Consiglio comunale di Maserà di Padova ha approvato l’acquisizione di un’ulteriore porzione dell’immobile storico noto come Corte da Zara (o Corte Benedettina). L’acquisto riguarda un immobile al piano superiore, adiacente alla sede municipale in piazza del Municipio, per un costo di poco più di 116.000 euro. L’operazione, fortemente voluta dalla maggioranza, mira a consolidare la proprietà pubblica e a dare concretezza, dopo oltre 35 anni di stallo, a un progetto di riqualificazione complessiva che restituisca questo luogo alla cittadinanza.

L’immobile è parte di un condominio già in parte di proprietà del Comune, in cui sono state acquisite, a seguito di sentenze del TAR, altre tre unità immobiliari. L’offerta di acquisto è stata fatta all’immobiliare proprietaria, che ha accettato. Secondo il sindaco Gabriele Volponi, con questa nuova acquisizione il Comune deterrà la maggioranza millesimale all’interno della Corte da Zara, aprendo la strada a una pianificazione definitiva. L’amministrazione punta a trasformare l’area in un centro per associazioni culturali e sociali, uno spazio per eventi pubblici o a destinarla a uffici/servizi pubblici, come le Poste.

L’annuncio non ha avuto il pieno appoggio dell’opposizione. La consigliera Elena Coppola (Comunità e territorio) ha espresso dissenso, sostenendo un ritardo di dodici anni e un costo ingiustificato per i cittadini. Ha ricordato abusi edilizi, utilizzi impropri e condizioni igienico-sanitarie precarie, accertati da forze dell’ordine e Soprintendenza.

All’epoca, l’ufficio tecnico comunale aveva emesso ordinanze di ripristino che, se inottemperate entro 90 giorni, avrebbero consentito al Comune di acquisire gratuitamente e di diritto l’immobile. Secondo l’opposizione, la Giunta di allora, con alcuni degli attuali amministratori, non supportò l’ufficio tecnico, lasciando scadere i termini e vanificando l’opportunità.

«È un fatto gravissimo che sia venuto meno il dovere minimo dell’amministrazioneha dichiarato la consigliera Coppola – cioè far applicare la legge. L’inerzia amministrativa e il “silenzio” di oltre dieci anni hanno portato alla situazione attuale, in cui il Comune è costretto a spendere oltre 116.000 euro per un immobile che avrebbe potuto acquisire senza alcun costo. Questo ritardo ha comportato non solo una spesa per i cittadini, ma anche un degrado prolungato di un bene storico e culturale del paese».

Cristina Salvato

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