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Anche Verona ha avuto la sua piazza: un bilancio della marcia dei 10.000 per Gaza.

Il 3 ottobre scorso una manifestazione giovane, pacifica e senza disordini ha riportato quasi 10.000 Veronesi in piazza a manifestare per lo stop al genocidio.

Un bilancio della marcia dei 10.000 per Gaza a Verona.

Il passaggio del corteo della manifestazione di venerdì 3 ottobre a Verona

Verona ha avuto la sua piazza piena. A qualche giorno dallo sciopero-manifestazione del 3 ottobre, gli slogan pro Gaza risuonano ancora nel centro della città. Dalle 8.30 a mezzogiorno circa 10.000 persone hanno sfilato dalla Stazione di Porta Nuova a Piazza Dante, aderendo alla mobilitazione promossa da CGIL, USB e altre sigle sindacali.

Una manifestazione pacifica, senza disordini, che ha colpito per l’alta affluenza e la presenza di moltissimi giovani, affiancati da famiglie, studenti, cittadini comuni. In tanti si sono uniti spontaneamente lungo il percorso. Ora è tempo di bilanci per partiti e associazioni promotrici e per i cittadini veronesi che hanno partecipato.

Bonfante (PD): “Piazza Bra piena, un segnale che va oltre la politica”

Franco Bonfante, segretario provinciale del PD, sottolinea la portata dell’evento:

“Un bellissimo momento di aggregazione. È difficilissimo riempire Piazza Bra, ma stavolta ci siamo riusciti. Sinceramente non ce l’aspettavamo.”“C’è un sentimento diffuso che va oltre le appartenenze politiche. E la vera sorpresa è vedere così tanti giovani: proprio loro, che spesso si tengono ai margini della politica, stavolta hanno voluto esserci.”

Bonfante considera la partecipazione giovanile un segnale positivo:

“Vorremmo che i giovani tornassero a dire la loro. Sono fondamentali per il futuro del Paese. Vederli così coinvolti ci dà speranza.”

Sul contesto internazionale, è netto:

“Da un lato una missione pacifica fermata illegalmente, dall’altro un genocidio insopportabile. La manifestazione è stata la risposta civile a tutto questo.”

E attacca le dichiarazioni del governo:

Meloni ha sbagliato clamorosamente a liquidare la manifestazione come un modo per allungare il weekend. E Salvini, parlando di sanzioni ai partecipanti, ignora che lo sciopero è un diritto costituzionale.”

ANPI: “Una manifestazione corale, senza tensioni”

Anche l’ANPI di Verona ha sostenuto con forza la mobilitazione, inserendola in un percorso già avviato da mesi di solidarietà con il popolo palestinese. Il Presidente della sezione veronese, Andrea Castagna, presente al corteo insieme a una delegazione dell’associazione, ha parlato di una manifestazione “impressionante”:

“Piena di giovani e assolutamente pacifica. Tutto si è svolto nella maniera più tranquilla. Nessun disordine, solo la forza di un messaggio corale.”

“Sono rimasto colpito in particolare dall’accoglienza dei ragazzi delle medie Bettelloni che, probabilmente preparati grazie all’approfondimento degli insegnanti, sono usciti nel cortile della scuola per applaudire il corteo che transitava lì accanto. È straordinario vedere come anche a quel livello di scuola media questo sentimento di pura umanità e solidarietà verso chi soffre è penetrato”.

Il dirigente ANPI ha sottolineato come l’adesione sia andata ben oltre i confini degli organizzatori:

“Noi come ANPI abbiamo deciso di partecipare con tutti gli onori e con i labari ufficiali. La nostra adesione alla causa palestinese è da tempo manifesta. Ma strada facendo anche tanti passanti si sono uniti al corteo man mano che si muoveva: persone sensibili alla causa, che hanno sentito il dovere morale di unirsi pur non avendolo preventivato.”

“Ci auguriamo che anche la politica e soprattutto il governo intercetti questo sentimento popolare diffuso. Che non rimanga lettera morta”.

Un semplice cittadino e il suo dovere civico: “Un’urgenza morale, non si può restare neutrali”

Tra i partecipanti anche un veronese innamorato della sua città, Gianni De Zuccato, ex funzionario della Soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio, che ha scelto di esserci come semplice cittadino e persona attiva nel mondo civico e culturale. Abbiamo raccolto anche da lui un parere, dopo il corteo:

“Sono sceso in strada spinto da un’urgenza morale. Il massacro a Gaza non è più sostenibile. Mi ricorda l’apartheid. Non si può restare neutrali davanti all’ingiustizia” gice Gianni, senza dimenticare di volgere uno sguardo anche alla guerra in Ucraina

“Parlo da pacifista che è stato in prima linea a manifestare anche per l’Ucraina. Mi sono mobilitato con convinzione all’indomani dell’invasione russa, perchè la lotta contro i soprusi non deve conoscere distinzione culturale o geografica. Allora però i volti erano sempre gli stessi che vedo alle manifestazioni, mentre stavolta si sono aggiunte molte più persone, anche chi non è abituato a scendere in piazza”.

“Ho trovato un corteo assolutamente ordinato, sereno, ma potentissimo. C’era un’energia diversa, una consapevolezza collettiva. Ho visto davvero tanti giovani, ma anche anziani, davvero un ponte tra generazioni.”

E un pensiero finale va proprio ai giovani:

“Spero che, oltre a riempire Corso Porta Nuova, vadano anche a votare. L’assenza alle urne poi porta a una politica gridata e violenta. ‘Piazze piene, urne vuote’ non può essere il destino di questo Paese.”

Una manifestazione che lascia il segno

Nessun incidente, nessuna tensione. La marcia veronese del 3 ottobre si è distinta per la compostezza ma allo stesso tempo la forza del messaggio.

Un successo di partecipazione inatteso per Verona, che ora si interroga su quale eredità politica e sociale potrà lasciare questo momento — soprattutto con le elezioni regionali alle porte.

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