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Si cercano i fondi, servono 25 milioni
08.11.2025 - 10:21
L’iniziativa è il frutto di una collaborazione stretta tra Acque Risorgive, i Comuni del Miranese e la Città Metropolitana di Venezia: un piano ambizioso per la messa in sicurezza e la rinaturalizzazione del Muson Vecchio che punta a trasformare una criticità storica in un’opportunità di adattamento climatico. Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive ha presentato a Ca’ Corner un progetto di fattibilità tecnico-economica che mette a sistema più interventi per un fabbisogno di 25 milioni di euro. L’obiettivo è intercettare risorse tramite bandi di investimento pubblico e, soprattutto, nell’ambito della programmazione UE di coesione 2028-2034.
Il percorso procede con il sostegno convinto dei Comuni di Camposampiero, Loreggia, Massanzago, Mirano, Noale, Salzano e Santa Maria di Sala, che hanno manifestato interesse per un pacchetto di opere pensate per prevenire esondazioni ed allagamenti già sperimentati in passato. Nel dettaglio: by-pass del mulino di Loreggiola, tre casse d’espansione tra Loreggia, Santa Maria di Sala e Salzano, efficientamento del nodo idraulico di Camposampiero e adeguamento del by-pass del mulino di Mazzacavallo, al confine tra Santa Maria di Sala, Noale e Massanzago. I tre bacini di laminazione interesseranno oltre 47 ettari e garantiranno una capacità di invaso superiore a 660 mila metri cubi: numeri che, nelle intenzioni dei proponenti, ridurranno sensibilmente il rischio idraulico per centri abitati, aree produttive e infrastrutture del quadrante. La regia tecnica è del Consorzio, che integra sicurezza, gestione della risorsa e qualità ambientale.
“Si tratta di un progetto importante – spiega il presidente di Acque Risorgive, Federico Zanchin – che punta a migliorare la sicurezza idraulica e porta benefici all’irrigazione: immagazzinando l’acqua nei nuovi bacini la renderemo disponibile nei periodi siccitosi, per una gestione più efficiente di una risorsa sempre più discontinua, con piogge concentrate in brevi finestre”. E aggiunge il capitolo ambientale: “Le aree umide favoriranno la fitodepurazione e diventeranno nicchie ecologiche in un contesto ad alta pressione antropica”.
Soddisfazione anche dal territorio. “È un grande passo avanti per la messa in sicurezza idrogeologica – commenta il sindaco di Mirano, Tiziano Baggio –. È un tema al centro delle tre edizioni del Festival dell’Acqua di Mirano, da cui è nata la decisione dei Comuni dell’IPA del Miranese di finanziare lo studio che ha generato il PFTE. Ora avanti con la ricerca dei fondi”. Se il finanziamento arriverà, il Muson Vecchio potrà diventare un cantiere emblematico di resilienza: opere di laminazione, by-pass e rinaturalizzazione per coniugare sicurezza, agricoltura e biodiversità. Una sfida da 25 milioni, dal ritorno atteso per l’intera area metropolitana.
R.M.
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