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Lavoro
05.12.2025 - 08:30
L'entrata della Costampress a Gardigiano di Scorzè
Si va verso il concordato alla Costampress di Gardigiano, a Scorzè: l’azienda di pressofusioni in alluminio operante soprattutto nel settore dell’automotive e di proprietà del fondo tedesco Accursia Capital, ha fatto richiesta di Concordato di Continuità presso il Tribunale di Venezia. Il concordato, spesso chiamato anche “concordato in bianco”, è modalità gestionale dell’azienda, una dichiarazione del fatto che la proprietà intende dare continuità produttiva e lavorativa: buone notizie quindi, per il momento, ma si rimane in attesa del piano di rilancio industriale.
Costampress è un’azienda storica della zona: ha al suo interno reparti di fonderia, officina stampi e lavorazioni meccaniche. Una realtà ad alta competenza e valore aggiunto, che da quasi due anni si trova in crisi. All’inizio di maggio è quindi intervenuta Accursia Capital, fondo di Monaco già coinvolto nell’acquisizione della trevigiana Likum. Un’operazione che preoccupava già allora lavoratori e sindacati. Le cose si sono fatte più serie a partire dallo scorso 9 ottobre, quando i lavoratori hanno scoperto che i conti dell’azienda erano stati congelati, gli stabili venduti così come i macchinari, poi ripresi in affitto. L’azienda aveva fatto richiesta di cassa integrazione preventiva per tutti e 150 i dipendenti, misura mai applicata.
Da lì è iniziata una fase di trattativa con i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil, che avevano da subito annunciato lo stato d’agitazione (che rimarrà attivo fino alla fine della crisi) e l’Unità di Crisi della Regione, per risollevare le sorti dell’azienda e garantire i salari ai lavoratori (arrivati finora regolarmente grazie a un’iniezione di liquidità dall’esterno). L’azienda dovrebbe stilare un piano di rilancio da presentare alla Regione e ai sindacati all’inizio di Dicembre, in accordo con i maggiori clienti dell’azienda, che hanno riconfermato la loro disponibilità (tranne uno).
Da ciò si arriva alla richiesta di concordato, presentata a metà novembre: i tempi per omologarlo, cioè approvarne la richiesta, possono essere lunghi e richiedere qualche settimana: sono stati individuati dei commissari ad hoc, nominati dal Tribunale veneziano. Nel concreto, la richiesta di concordato impedisce ad eventuali creditori (a cui quindi l’azienda deve dei soldi) di rivalersi sull’impresa, che altrimenti rischierebbe il fallimento.
È una buona notizia per i dipendenti, a cui gli stipendi dovranno essere comunque garantiti anche dopo la fine dell’iter per l’approvazione dell’accordo: ora ciò che tutti attendono, dipendenti in primis, è il piano di rilancio, da cui si capirà molto delle intenzioni dell’azienda per il prossimo futuro.
Davide Grosoli
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