L'accordo siglato a livello nazionale tra i sindacati e le associazioni datoriali del settore. Ecco tutte le novità per i lavoratori
Il settore dell’industria alimentare ha un nuovo contratto nazionale collettivo di lavoro. È stato rinnovato nei giorni scorsi tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e le associazioni delle imprese. A beneficiarne sono quasi 450 mila lavoratori, almeno 5 mila nel solo Veneziano dove ci sono importanti realtà, conosciute anche a livello mondiale. I cambiamenti hanno riguardato 35 articoli del contratto e il nuovo accordo rimarrà in vigore fino al 30 novembre 2027. Nello specifico, l’accordo prevede che ci sia un aumento di stipendio di 280 euro mensile, il più alto mai registrato dalla categoria, che nel quadriennio arriverà a 10.236 euro complessivi. La prima quota parte dall’1 dicembre 2023 con un aumento di 75 euro (55 euro di Incremento aggiunto di retribuzione-Iar e 20 euro di Trattamento economico minimo-Tem). Da settembre 2024, arriveranno altri 35 euro sul Tem, da gennaio del prossimo anno 60 euro e da gennaio 2026 altri 60 euro ancora. Poi a gennaio 2027 giungeranno gli ultimi 39 euro di Tem e a settembre 2027 l'ultimo euro dello Iar. Cresce pure il pacchetto del welfare contrattuale, con un aumento di 4 euro per il fondo integrativo sanitario Fasa, mentre per il fondo di previdenza complementare Alifond il contributo a carico delle aziende passa da 1,2 a 1,5 per cento.
Alimentare, la Fai Cisl: "Il nuovo contratto è importante anche per i lavoratori delle aziende in cui c'è la contrattazione di secondo livello"
Il nuovo contratto prevede anche delle novità sul fronte della riduzione dell’orario di lavoro, che non veniva toccato da trent’anni; dall’1 gennaio 2026 si partirà da chi lavora su turni da 18 e 21 ore, con quattro ore in meno in azienda, mentre dal Capodanno 2027, le quattro ore saranno tolte a tutti. Su questo tema, comunque, le aziende si sono impegnate a definire degli accordi a livello nazionale con le Rsu per altre riduzioni d’orario qualora l’azienda dovesse fare degli investimenti specifici su produttività e occupazione. Diminuiranno i contratti dei precari, con la percentuale d’uso dei contratti a termine, in somministrazione e in staff leasing, che passa dal 50 al 25 per cento.
Pierpaolo Piva Fai Cisl Venezia
«È un rinnovo importante – spiega il Segretario generale della Fai Cisl Venezia Pierpaolo Piva – sia sotto l’aspetto salariale sia sotto l’aspetto del welfare. L’aumento economico di 280 euro è importante come lo è la percentuale del versamento da parte dell’azienda per chi è iscritto ai fondi pensione e l’aumento del contributo aziendale al fondo sanitario (Fasa) che permetterà il miglioramento delle prestazioni già esistenti. L’industria alimentare nella provincia di Venezia è ben radicata; purtroppo ci sono ancora alcune realtà dove non esiste la contrattazione di secondo livello e il rinnovo del contratto collettivo nazionale per i lavoratori di queste aziende, è una luce che non fa perdere la speranza».
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