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Serie tv. Ecco "Bangla", l'amore dei ragazzi che non bruciano l'attimo

Phaim Bhuiyan e Carlotta Antonelli

Phaim Buyian e Carlotta Antonelli, protagonisti della serie "Bangla"

"Bangla" è ideata e diretta da Phaim Bhuiyan: "L'avevo pensata prima del film"

Phaim Bhuiyan e Carlotta Antonelli, protagonisti della serie "Bangla"
Su RaiPlay è arrivato “Bangla”, prosecuzione in otto episodi del film omonimo premiato come miglior commedia ai “Nastri d’Argento” nel 2019 e per il miglior regista esordiente ai “David di Donatello” del 2020. Ideata e diretta dal ventiseienne Phaim Bhuiyan che ne è anche co-protagonista insieme a Carlotta Antonelli, la serie di Bangla riprende la storia esattamente da dove si è concluso il film. In sintesi, Phaim e Asia rappresentano due mondi lontani e, a prima vista, incompatibili. Musulmano lui, atea e figlia di genitori separati lei. Eppure, si amano. Il film dà così un seguito alle vicende di Phaim, ventenne italiano nato e cresciuto a Torpignattara, in costante tensione tra la propria identità, i retaggi culturali delle sue origini bengalesi e la sua religione musulmana. Dopo averlo lasciato nella sua stanzetta insieme ad Asia (Carlotta Antonelli), la sua fidanzata anticonformista e ribelle, “Bangla” si accinge a rivelare cosa succede dopo il lieto fine del film. Spiega il regista attore durante una mia intervista a Tv serial: “L’idea per la serie nasce prima ancora del film, che abbiamo realizzato come biglietto da visita per dimostrare il potenziale narrativo di questa storia”. Ha avuto paura di non farcela a dare un seguito a un film così amato? “Certo, ho avvertito questo timore, ma per sconfiggerlo mi sono buttato sul set” risponde Bhuiyan, che aggiunge: “Sicuramente c’è chi ci potrà criticare, ma il nostro obiettivo con questa serie non è quello di offrire soluzioni per l’integrazione, ma di dare spunti di riflessione a chi, magari, la realtà di questa gioventù italiana non la conosce per niente”. “Il segreto di questa storia è la semplicità con cui affronta le vite di Phaim e Asia” sostiene Camilla Antonelli: “La loro storia d’amore è atipica perché sono due giovani che hanno imparato ad aspettare. L’amore al giorno d’oggi può bruciarsi in un istante. Non capisco chi vede tutta questa diversità in loro, perché è soltanto così, cioè senza la retorica, che si può davvero rendere universale e efficace un racconto come il nostro”.

Paolo Di Lorenzo

         
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