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Caso Alex Marangon
14.08.2024 - 08:43
Castello di Vidor
La notte tra il 29 e il 30 giugno scorso, l'abbazia Santa Bona di Vidor, in provincia di Treviso, è stata teatro di un evento che ha lasciato una scia di domande e misteri. Alex Marangon, un giovane barman veneziano di 26 anni, è stato trovato morto su un isolotto nel Piave il 2 luglio, dopo aver partecipato a un rito sciamanico. Le indagini sulla sua morte sono ancora in corso, e i carabinieri stanno cercando di fare luce su quanto accaduto quella notte.
LA VERSIONE DEI CURANDEROS
Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, i due curanderos colombiani che conducevano il rito, hanno deciso di fornire la loro versione dei fatti attraverso una memoria scritta che sarà depositata nei prossimi giorni. L'avvocato dei due, Oscar Palet Santandreu, ha anticipato alcune delle dichiarazioni dei suoi assistiti: "Tutti i partecipanti stanno dichiarando la stessa cosa, crediamo che la verità stia nelle parole di chi era presente. Questa ipotesi dell'omicidio per noi non ha alcun senso". Secondo quanto riportato dall'avvocato, Alex si sarebbe allontanato dal gruppo per andare in giardino. Jhonni Benavides lo avrebbe seguito, ma non riuscendo a capire cosa dicesse, sarebbe rientrato nell'abbazia per chiedere l'intervento di un traduttore. Quando è tornato fuori, Alex era scomparso. "Inoltre, non è vero che i miei assistiti siano scappati la mattina presto. Sono rimasti all'abbazia fino alle 11, a disposizione di chi volesse parlargli", ha aggiunto Palet Santandreu.
L'USO DELL'AYAHUASCA E LE INDAGINI
Un elemento cruciale delle indagini riguarda l'uso dell'ayahuasca, una sostanza psicotropa proibita che provoca effetti allucinogeni. L'avvocato dei curanderos ha dichiarato che i suoi assistiti non l'hanno usata quella sera. Tuttavia, il sospetto che l'ayahuasca possa aver giocato un ruolo nella morte di Alex è forte. I carabinieri hanno sequestrato l'auto del giovane, parcheggiata fuori dall'abbazia, e stanno analizzando nuove tracce trovate al suo interno. L'autopsia eseguita dal dottor Alberto Furlanetto per conto della procura ha rivelato ferite compatibili con un pestaggio, non con una caduta. Alex presentava colpi violenti alla parte sinistra del capo e del volto, mentre la spalla sinistra non mostrava alcuna ecchimosi. Inoltre, un versamento addominale suggerisce che il giovane possa essere stato colpito con calci sulla pancia. Questi elementi contrastano con la versione dei partecipanti al rito, che sostengono che Alex si sarebbe alzato dal cerchio, avrebbe iniziato a urlare e a correre verso la terrazza, per poi cadere.
LE DICHIARAZIONI DEI PARTECIPANTI
Andrea Zuin e Tatiana Marchetto, organizzatori dell'evento, hanno confermato la versione secondo cui Alex si sarebbe allontanato dal gruppo e sarebbe caduto. "A un certo punto si sarebbe alzato dal cerchio, si sarebbe messo a urlare e a correre verso la terrazza... poi abbiamo sentito un tonfo", hanno dichiarato. Questa versione è stata confermata anche dalle altre venti persone presenti alla serata. Tuttavia, il sospetto che tutti i partecipanti fossero alterati dall'uso dell'ayahuasca rende difficile stabilire con certezza cosa sia realmente accaduto. Alex aveva già ingerito l'ayahuasca in altri eventi simili in passato, sempre alla presenza di Zuin, Marchetto e altri partecipanti agli incontri a base di "musica e medicina", come aveva raccontato ai suoi genitori.
A più di un mese dalla morte di Alex, i genitori del giovane hanno lanciato un appello affinché chiunque sappia qualcosa parli. "Basta omertà, chi sa parli", hanno dichiarato. La procura ha convocato i curanderos per ottenere ulteriori informazioni su quella notte e ha disposto il test sui capelli per tutti i partecipanti al rito, tranne i curanderos, per verificare l'eventuale uso di droghe o farmaci. Il punto dirimente dell'inchiesta sarà l'esame tossicologico sul corpo di Alex, che potrà rilevare se il giovane avesse assunto droghe la sera in cui è morto. Solo allora si potrà forse fare chiarezza su una vicenda che ha sconvolto la comunità e lasciato un vuoto incolmabile nella vita dei familiari e degli amici di Alex Marangon.
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