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Economia
16.11.2024 - 10:25
Foto di repertorio
La morsa dell’usura stringe sempre più forte sulle imprese italiane: sono quasi 118mila le attività a rischio, con un incremento di oltre 2.600 unità rispetto all'anno scorso. A denunciarlo è l’Ufficio studi della CGIA, che sottolinea come artigiani, commercianti e piccoli imprenditori siano tra i più colpiti. La segnalazione alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, causata dall’insolvenza, rende impossibile accedere a nuovi finanziamenti, spingendo molte realtà verso la chiusura o, peggio, tra le braccia degli usurai.
I NUMERI DELLA CRISI
La situazione è più grave nelle grandi aree metropolitane. Al 30 giugno scorso, Roma guidava la triste classifica con 10.827 imprese insolventi, seguita da Milano (6.834), Napoli (6.003), Torino (4.605) e Firenze (2.433). Il peggioramento, però, è più evidente in alcune province come Benevento (+17,3%), Chieti (+13,9%) e Savona (+12,4%). A livello territoriale, il Sud detiene il primato negativo con il 33,6% delle aziende in sofferenza, seguito dal Nordovest (25%) e dal Centro (24,7%).
IL DENARO ILLECITO E IL NORD
Secondo la Direzione Investigativa Antimafia, il Mezzogiorno è l’epicentro delle attività usurarie, ma i proventi vengono sempre più spesso reinvestiti al Nord, soprattutto in regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Questo fenomeno alimenta un’economia criminale che si intreccia pericolosamente con quella legale.
LE CAUSE: MANCATI PAGAMENTI E CREDIT CRUNCH
Non sempre l’insolvenza è legata a una cattiva gestione: spesso gli imprenditori non riescono a riscuotere i pagamenti dai clienti o sono vittime di fallimenti altrui. A peggiorare il quadro, il credit crunch. Dal 2011 a oggi, i prestiti bancari alle imprese sono crollati del 52,4%, passando da 1.017 miliardi a 667 miliardi di euro. Questa stretta creditizia ha spinto molte aziende vulnerabili verso finanziamenti illeciti.
GLI STRUMENTI DI PREVENZIONE
Per contrastare il fenomeno, esistono il “Fondo di prevenzione dell’usura” e il “Fondo di solidarietà”. Dal 1998, il primo ha garantito oltre 2 miliardi di finanziamenti attraverso 711 milioni di euro stanziati. Tuttavia, secondo la CGIA, queste risorse sono insufficienti di fronte alle crisi che continuano a colpire il tessuto economico italiano.
L’APPELLO DELLA CGIA
Per evitare che sempre più imprese scivolino verso l’usura, la CGIA chiede un rafforzamento dei fondi di prevenzione e interventi concreti per sostenere chi è a rischio insolvenza.
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