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Cronaca
11.12.2024 - 16:05
Foto di repertorio
Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto ha annullato l'ammonimento emesso dalla Questura nei confronti di un uomo accusato di comportamenti molesti nei confronti di una barista nel bellunese. L'uomo, che aveva fatto oggetto di segnalazione da parte della dipendente di un bar, aveva infatti mostrato un comportamento insistente, ma non tale da configurarsi come atti persecutori, come stabilito dai giudici veneziani.
I fatti, che risalgono al 2017, hanno visto l'uomo compiere gesti di corteggiamento nei confronti della donna, come l'omaggio di rose per il suo compleanno e la consegna di buoni per l'acquisto di gioielli o abbigliamento, alcuni dei quali sono stati accettati. Tuttavia, il Tar ha ritenuto che tali atti, pur fastidiosi per la barista, non raggiungessero la gravità necessaria per essere considerati come vere e proprie persecuzioni.
I magistrati hanno inoltre osservato che l'uomo non aveva mai usato un linguaggio offensivo o sessualmente esplicito, né aveva mai atteso la donna fuori dal bar o reagito in modo aggressivo ai suoi rifiuti. La barista, dal canto suo, avrebbe potuto "dirottare" il servizio su altri colleghi e aveva anche bloccato il numero di telefono del corteggiatore sul proprio smartphone.
Con questa decisione, il Tar ha annullato l'ammonimento della Questura, ribadendo che il comportamento dell'uomo, pur risultando molesto, non si configurava come reato ai sensi della legge sugli atti persecutori.
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