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Economia
11.01.2025 - 10:13
Foto di repertorio
Nel 2025 le imprese venete dovranno fare i conti con un aumento dei costi energetici che si prevede sfiorerà i 1,5 miliardi di euro, un incremento significativo del19,3% rispetto all'anno precedente. Secondo le stime fornite dall’Ufficio studi della CGIA, la spesa complessiva per le aziende del Veneto raggiungerà i 9,5 miliardi di euro, di cui 7,1 miliardi per l'energia elettrica e 2,4 miliardi per il gas. L'aumento dipende dall'ipotesi di un prezzo medio dell'energia elettrica di 150 euro per MWh e di 50 euro per MWh per il gas, mantenendo la stessa proporzione tra i due costi riscontrata nei due anni passati.
Nonostante l’aumento previsto, le bollette del 2025 saranno comunque inferiori rispetto a quelle che le imprese hanno affrontato durante il picco della crisi energetica, che tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023 aveva scosso l’intero continente. In quel periodo, infatti, sono state adottate misure pubbliche che hanno alleggerito il peso dei rincari, come il contributo di 10 miliardi di euro destinato alle famiglie e alle imprese venete. Ma quest’anno tali aiuti non sono più disponibili, e le imprese dovranno sostenere il carico dei costi energetici senza il supporto delle misure emergenziali.
L’aumento delle bollette energetiche, oltre a pesare sui bilanci delle imprese, potrebbe anche provocare un’ulteriore crescita dell’inflazione. Già nel biennio 2022-2023, la crisi energetica aveva ridotto il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, con il conseguente rallentamento della crescita economica e l’aumento dei tassi di interesse. Se i prezzi dell'energia dovessero tornare a salire, la spirale inflazionistica rischia di colpire ulteriormente i consumatori e le imprese, creando un circolo vizioso che potrebbe rallentare la ripresa economica.
I rincari previsti nel 2025 colpiranno in particolare le regioni del Nord Italia, dove sono concentrati i consumi energetici più elevati. La Lombardia, con un aggravio di 3,2 miliardi di euro, e l’Emilia Romagna, con 1,6 miliardi, si posizionano ai primi posti in questa classifica. Il Veneto, con un aumento di 1,5 miliardi, si colloca al terzo posto, seguendo a stretto giro il Piemonte. Questi rincari, che in totale a livello nazionale ammontano a 13,7 miliardi di euro, si concentrano in particolare sulle imprese settentrionali, che dovranno fronteggiare circa il64% dell'aumento complessivo.
Nel dettaglio, l’energia elettrica rappresenta la principale fonte di aumento per le bollette venete. Il settore energetico registrerà un aggravio di circa un miliardo di euro, mentre il gas contribuirà con un aumento di 480 milioni di euro. In particolare, i rincari relativi all’elettricità colpiranno in modo significativo il Nord, con la Lombardia che registrerà un incremento di 2,3 miliardi di euro e il Veneto con +1 miliardo. Per quanto riguarda il gas, l’aumento maggiore si registrerà sempre in Lombardia (+887 milioni) e Emilia Romagna (+660 milioni), con il Veneto che vedrà salire il costo di 480 milioni.
Le imprese venete che operano in settori ad alta intensità energetica, come la metallurgia, il commercio, la produzione alimentare e l’industria chimica, saranno particolarmente vulnerabili agli aumenti delle bollette. Anche i comparti legati ai servizi, come cinema, teatri, e ristorazione, potrebbero risentire degli effetti dei rincari energetici. Analogamente, le imprese gasivore, come quelle operanti nel settore estrattivo, della lavorazione alimentare e della produzione tessile, subiranno un impatto negativo sui loro bilanci a causa dell’aumento dei costi del gas.
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