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Cronaca
17.01.2025 - 13:17
Alberto Trentini
Dopo due mesi di silenzio, il Venezuela ha finalmente ammesso l'arresto di Alberto Trentini, il cooperante veneziano fermato il 15 novembre scorso a un posto di blocco a Guasdalito. Trentini, impegnato in progetti di aiuto per persone con disabilità tramite l'Ong Humanity&Inclusion, è stato consegnato alla Direzione generale di controspionaggio militare e trasferito a Caracas. L'ammissione da parte del governo di Maduro rappresenta un primo passo verso il possibile avvio delle trattative diplomatiche per il suo rilascio.
Nonostante l'ammissione dell'arresto, tuttavia, restano numerose incertezze riguardo alla sua detenzione. Non è chiaro il luogo preciso in cui si trova Trentini, ma si ipotizza che possa essere trattenuto presso la sede centrale del controspionaggio venezuelano, nota come Boleita, già accusata dall'Onu di crimini contro l'umanità legati alla repressione del dissenso. La possibilità che Trentini possa aver subito torture preoccupa fortemente i familiari e gli attivisti, poiché non ci sono ancora notizie ufficiali sul suo stato di salute.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato che il governo italiano ha chiesto con urgenza una visita consolare per garantire che Trentini venga trattato secondo le normative internazionali. "Abbiamo chiesto che venga trattato nel rispetto delle regole", ha dichiarato Tajani, facendo chiarezza sulla posizione dell'Italia.
Alberto Trentini è accusato di terrorismo, ma secondo molti esperti, l'accusa appare pretestuosa. Trentini, infatti, stava semplicemente lavorando in Venezuela per aiutare i più vulnerabili. Le autorità venezuelane potrebbero nutrire ostilità nei suoi confronti a causa dei suoi precedenti legami con altre Ong non gradite dal regime e per i suoi viaggi in Colombia, paese considerato nemico dal governo di Caracas.
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