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Il Murales di Banksy a Venezia: restauro o rimozione? Le possibili soluzioni in discussione

L’opera potrebbe essere staccata dal suo muro per preservarne lo stato: manca ancora la decisione definitiva

Il Murales di Banksy a Venezia: restauro o rimozione? Le possibili soluzioni in discussione

Il Murales di Bansky

Il murales "Migrant child" di Banksy, realizzato nel 2019 su un edificio vicino a Campo San Pantalon a Venezia, sta attirando l'attenzione in vista dei lavori di restauro e conservazione. Questa è l'unica opera del famoso street artist inglese presente in città, ed è stata oggetto di discussione nelle ultime settimane. La domanda che circola riguarda la possibilità di rimuovere l’opera dal muro per restaurarla in sicurezza, ma al momento si tratta solo di una delle opzioni in esame.

I lavori sul palazzo, recentemente acquistato da Banca Ifis con l’intenzione di trasformarlo nella propria sede e in uno spazio per l'arte contemporanea, sono appena iniziati. La banca ha confermato che la fase iniziale prevede una pulizia approfondita dell’edificio, che era in stato di abbandono, seguita dalla messa in sicurezza. Solo dopo queste operazioni si procederà con il restauro complessivo del palazzo, progettato dallo studio Zaha Hadid, e si deciderà come intervenire sull’opera di Banksy.

Nel frattempo, Banca Ifis sta collaborando con i tecnici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che hanno ipotizzato di staccare temporaneamente il murales per permetterne un restauro più accurato. Tuttavia, la decisione finale dipenderà dalle analisi tecniche ancora in corso. Un’altra opzione che non è esclusa è quella di restaurare l’opera direttamente sul posto e, successivamente, proteggere il murales con una teca.

Il dibattito sul restauro non è nuovo. La posizione del murales, adagiato quasi a pelo d’acqua, aveva già sollevato preoccupazioni per il suo degrado. Nel 2023, le istituzioni locali, tra cui la Regione Veneto e il Comune di Venezia, si erano rivolte all'allora sottosegretario del Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, ottenendo il supporto di Banca Ifis per occuparsi del restauro. Sgarbi aveva dichiarato di prendersi la responsabilità dell’intervento, sottolineando l’importanza di tutelare l’opera, anche se essa era stata realizzata illegalmente.

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