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Cronaca
11.02.2025 - 11:18
Foto di repertorio
Dopo oltre otto decenni di attesa, i familiari di un soldato italiano internato in un campo di prigionia tedesco durante la Seconda guerra mondiale hanno finalmente ottenuto giustizia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha riconosciuto loro un risarcimento di 300mila euro, somma che comprende anche gli interessi maturati dai 140mila euro inizialmente stabiliti dal Tribunale Civile e successivamente confermati dal Tar del Veneto.
Il militare in questione fu arrestato il 9 settembre 1943 dalle truppe tedesche, dopo la fuga del re Vittorio Emanuele III e del maresciallo Badoglio, un evento che seminò caos tra le forze italiane. Gli eredi del soldato, come riportato da Il Gazzettino , avviarono un lungo iter legale che si concluse nel 2019 con una sentenza del Tribunale civile. La Repubblica Federale della Germania venne condannata a pagare un indennizzo di 139.369,62 euro, a cui si sarebbero aggiunti interessi e spese legali.
Tuttavia, il pagamento è rimasto bloccato per anni fino a quando, nel 2022, il governo Draghi ha istituito un Fondo speciale sotto la gestione del Mef. Questo fondo è destinato a risarcire le vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità compiuti dalle forze del Terzo Reich tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945. L'Italia, infatti, si era assunta la responsabilità delle future richieste risarcitorie in seguito all’accordo di Bonn del 1961, che prevedeva l’erogazione di 80 milioni di marchi tedeschi.
Nel 2023, i discendenti del soldato presentarono domanda di accesso al fondo, ottenendo il via libera dal Tesoro nel 2024. Di fronte ai ritardi burocratici, però, hanno fatto ricorso al Tar, che ha imposto al ministero di dare esecuzione alla sentenza del Tribunale Civile, obbligando così il Mef a versare la somma complessiva di 307.028,04 euro.
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