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Industria
12.02.2025 - 13:58
Mirco Viotto
Mirco Viotto, vicepresidente di Confindustria Veneto Est con delega al territorio veneziano, ha parlato ai microfoni di RadioVeneto24 per approfondire la situazione attuale delle imprese locali e le prospettive future in un contesto economico incerto.
Un territorio strategico per l’industria
Viotto ha spiegato come il tessuto industriale veneziano si distingue per la presenza di grandi, medie e piccole imprese, con una forte concentrazione nel settore manifatturiero. La grande industria è prevalentemente localizzata nell’area di Marghera, mentre le piccole e medie imprese si sviluppano nell’entroterra. Accanto alla riconosciuta leadership nel turismo, Venezia vanta anche un’industria diversificata che spazia dal settore chimico e petrolchimico, al tessile, al vetro artistico e industriale, fino alla cantieristica navale e alla produzione calzaturiera della Riviera del Brenta.
Un ruolo centrale è svolto dal porto di Venezia e dall’area di Porto Marghera, che rappresentano un nodo strategico per il traffico commerciale verso il Nord Italia, il Sud Europa e i Paesi del Mediterraneo. Il porto impiega circa 20.000 persone e genera un fatturato annuo di circa 7 miliardi di euro, con un volume di scambi che nel 2023 ha raggiunto i 23 milioni di tonnellate.
Le sfide del 2025 tra crisi e opportunità
L’anno appena iniziato si preannuncia complesso. Le previsioni più ottimistiche ipotizzano un miglioramento dopo il primo semestre, mentre le stime più prudenziali indicano una ripresa verso l’autunno inoltrato. La situazione internazionale, con le crisi geopolitiche in corso e le incertezze legate alle elezioni in Germania e negli Stati Uniti, potrebbe influenzare l’andamento dei mercati globali. Inoltre, il costo dell’energia resta una delle principali criticità per le imprese italiane, con prezzi superiori dell’87% rispetto alla Francia, del 37% rispetto alla Germania e del 75% rispetto alla Spagna.
Un altro problema significativo è la difficoltà di reperire personale qualificato, una sfida che si aggiunge alla possibilità di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, con impatti diretti sul commercio veneziano, considerando che gli USA rappresentano il terzo mercato di esportazione dopo Germania e Francia. Il settore automotive, strettamente legato all’industria tedesca, sta attraversando un periodo di forte rallentamento, con ripercussioni anche sulla meccanica locale.
Nonostante queste difficoltà, il numero di occupati nel settore industriale veneziano è aumentato di 5.500 unità nel 2024, segnale che il mercato, pur con difficoltà, mantiene una certa stabilità. "Siamo resilienti e positivi, il bicchiere è sempre mezzo pieno," afferma Vitto, sottolineando la capacità delle aziende di adattarsi ai cambiamenti.
Il progetto Hydrogen Valley: un passo verso la sostenibilità
Uno dei progetti più ambiziosi per il futuro dell’industria veneziana è la Hydrogen Valley, un’iniziativa nata all’interno di Confindustria Veneto Est in collaborazione con l’Autorità Portuale e Hydrogen Park, una società dedicata allo sviluppo di tecnologie a idrogeno. L’accordo recentemente siglato prevede il coinvolgimento di SABRI per la produzione di infrastrutture dedicate all’idrogeno verde, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere un approvvigionamento energetico più sostenibile.
"Questo progetto è fondamentale per il futuro del nostro territorio," conclude Vitto, evidenziando l’importanza delle energie rinnovabili come strumento di crescita e competitività per le imprese veneziane.
Nonostante le difficoltà, la visione rimane ottimista: "Sarà un anno impegnativo, ma con determinazione e innovazione riusciremo a trasformare le sfide in opportunità."
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