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Ci Sto? Affare fatica 2025

Giovani di Cittadella che si dedicano al bene comune tra generazioni

Squadra Ci Sto? Affare fatica

Squadra Ci Sto? Affare fatica

Un progetto che intende stimolare gli adolescenti a valorizzare il tempo estivo con attività concrete di cittadinanza attiva e cura dei beni comuni, assieme alla comunità adulta. Nel comune di Cittadella il progetto che riguarda l’estate 2025 contempla 60 ragazzi suddivisi in  6 squadre con un tutor e una persona più anziana per aiutare i giovani a realizzare i lavori.

Il progetto Ci Sto? Affare fatica, non è una competizione, non prevede dei voti e neppure dei punteggi, ma è una esperienza tra pari in cui la squadra non deve vincere. Anzi, si vince comunque a prescindere, non tanto per il buono fatica di euro 50 che è uguale per tutti, ma perché una squadra aiuta l’altra e tutti assieme si terminano i compiti assegnati.

Ragazzi con la maglia rossa che dai 14 ai 19 anni sovvertono per una settimana l’ordine delle cose raccogliendo immondizia, dipingendo inferiate o cancelli, o meglio ancora, curando le aiuole pubbliche, tutte le mattinate nonostante le temperature di questo periodo.

“L’attività che i ragazzi svolgono in senso assoluto non è corrispondente al buono da 50 euro previsti – spiega Massimo Gelain di Cooperativa Impronte - che comunque rappresenta una forma di riconoscimento per la “fatica” svolta. Il progetto, che ben si distingue dal volontariato “puro”, mira a coinvolgere e a proporre una cornice di insegnamento al bene comune e anche di offrire risposte ai ragazzi che, per una settimana, restano in contatto con le persone più grandi. Se poi questi stessi giovani, e capita spesso, ritornano per 2 o 3 anni di seguito, è evidente che hanno compreso l’obiettivo di questo progetto che è qualcosa di più del buono “fatica””.

Per il sindaco di Cittadella, Pierobon Luca, i giovani che si mettono in gioco con il progetto, sono ragazzi e ragazze che hanno interesse del proprio territorio e del posto in cui vivono.

“Sono giovani che, anziché fare giorni di vacanza – continua il primo cittadino – decidono di dedicarsi alla cosa pubblica. La collaborazione con le persone adulte che li seguono nei lavori, crea uno scambio generazionale che di questi tempi è sempre più raro. Infine hanno la possibilità di conoscere altre persone che, come loro, decidono di lasciare perdere il cellulare ed altri svaghi per qualche ora lavorando per gli altri”.

Endrius Salvalaggio

 

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