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A Venezia scovati oltre 200 furbetti del Reddito di cittadinanza

Ca' Farsetti persegue la strategia a tenaglia

I furbetti non lo percepiscono più, gli altri invece o svolgono servizi di pubblica utilità o hanno iniziato un percorso lavorativo. Merito del Comune di Venezia, che negli ultimi 12 mesi, tra i primi in Italia, su mandato del sindaco Luigi Brugnaro e dell'assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, ha diviso la crusca dalla farina grazie a una task force che ha passato al setaccio le migliaia di richieste di Reddito di cittadinanza, scovando oltre 200 pratiche irregolari tra dati fasulli e incongruenze. In questi casi la cessazione dal beneficio e la segnalazione alle autorità competenti. In laguna e terraferma, dunque, circa il 10% dei richiedenti non riceve più il sussidio, cui si aggiungono anche coloro che si sono rifiutati di partecipare ai progetti di lavori di pubblica utilità presentati da Ca' Farsetti. Un risparmio per le casse pubbliche che si aggiunge anche ai benefici alla comunità garantiti dai 445 cittadini percettori del reddito che sono stati coinvolti in questi mesi in 14  cantieri "PUC", Progetti utili alla collettività coordinati dal Comune. I beneficiari del reddito sono stati impiegati nella manutenzione e nella sorveglianza dei parchi e del verde pubblico, oltre che come "facilitatori" per i cittadini all'Ufficio Anagrafe o nei percorsi di digitalizzazione rivolti alla cittadinanza. C'è chi, inoltre, aiuta i cittadini a salire o scendere dai mezzi pubblici alle fermate di Piazzale Roma e chi ha lavorato come steward per far rispettare le normative anti contagio al PalaExpo durante la campagna vaccinale e nei mercati rionali. Non solo: in parallelo i partecipanti ai PUC hanno potuto partecipare a corsi di formazione per migliorare le proprie competenze in vista di un futuro effettivo inserimento nel mondo del lavoro. Un percorso che in alcuni casi è già giunto al traguardo con successo. Ca' Farsetti persegue così una strategia a tenaglia: da una parte si stringono le maglie dei controlli segnalando all'Inps chi fa il furbetto, dall'altro si punta su una politica sociale in grado di favorire l'autonomia delle persone evitando politiche di mero assistenzialismo. Obiettivo aiutare le persone che ne hanno bisogno finché ne hanno bisogno e allo stesso tempo pretendere impegno e dedizione per uscire, attraverso il lavoro, dalla condizione di povertà. Questa la "ricetta Venezia".
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